È alto appena un metro e sessantotto. “Sempre il più basso - come ci chiarisce subito -. In tutte le società in cui ho giocato lo ero, ma va bene così, ho altre doti…”, queste le prime parole di Antonio Gammone, classe 1993, centrocampista offensivo dal carattere deciso che Tuttobari.com ha intervistato in esclusiva.
Abbiamo infatti disturbato il giocatore della Primavera del Bari durante le sue vacanze a Venosa, suo paese natio, prima che iniziasse a preparare gli esami di maturità, per raccontare la sua storia ed i suoi sogni. Continua pertanto il viaggio nel settore giovanile biancorosso alla scoperta dei talenti che un domani, forse non così lontano, possano indossare la camiseta del Galletto al San Nicola: Grandolfo docet.
Come sempre partiamo dalle origini. Racconta ai nostri lettori come hai iniziato a giocare a calcio… “Praticamente ho iniziato prestissimo. A quattro anni “ho costretto” il Venosa, la società del mio paese, a farmi entrare nella scuola calcio e lì ci sono rimasto per nove anni. Poi sono subito passato al Bari, iniziando con la formazione dei Giovanissimi di mister Loseto, per poi fare tutta la trafila sino alla Primavera”.
Chi ti ha scoperto e portato al Bari? “Un osservatore della società Pasquale Dattoli. Fu lui che mi consigliò all’avvocato Generoso, il quale diede subito l’assenso al mio approdo in biancorosso”.
Fra i diversi allenatori che hai avuto qui, quale ti ha dato quel qualcosa in più? “Io penso che tutti quanti mi abbiano trasmesso qualcosa. Dal mister Nicassio al mister Maiellaro, passando per Loseto e De Trizio, ognuno di loro mi ha infuso qualcosa di positivo per la mia carriera”.
Presenta ora l’Antonio Gammone calciatore. “Sono un trequartista a cui piace svariare e non dare punti di riferimento all’avversario. Da quando sono a Bari gioco sugli esterni dove riesco a sfruttare al meglio i miei punti di forza che sono dribbling e velocità. Fra le due fasce però prediligo maggiormente la sinistra, così da potermi accentrare e liberare al tiro il mio destro. Infine, cosa non di poco conto, adoro fare gli assist, per me equivalgono ad un gol!”.
La tua musa ispiratrice? “Il mio idolo è Messi, il più forte che ci sia. Se vado un po’ indietro, ai tempi di mio padre, ovviamente c’è Maradona. Nel panorama nazionale Cassano e Roberto Baggio sono invece i miei preferiti”.
E dei giocatori del Bari c’è stato qualcuno che ti ha stupito in particolar modo? “Mi piaceva Barreto, un fantasista che coi suoi gol ha fatto tanto per il Bari”.
Capitolo studio. Fra un po’ gli esami… “Si infatti. Fra poco affronterò la maturità scientifica… Speriamo vada tutto bene”.
Una volta diplomato che intendi fare? “Ora come ora mi dedicherò al calcio, alla mia carriera, per cercare di farne la mia professione. Non escludo comunque il fatto di iscrivermi, più in là, all’università”.
Oltre il calcio quali interessi coltivi? “Mi piace molto la musica. Però quando sono a Venosa stare con gli amici e la mia ragazza è già il massimo per me!”.
Quanto conta la tua famiglia nella carriera che stai intraprendendo? “Sin da piccolo i miei genitori e mio fratello mi hanno seguito ovunque io abbia giocato. Nei momenti difficili sono stati la mia forza e mi sono sempre stati accanto: sono decisivi nelle mie scelte”.
Che propositi ti sei posto per la tua carriera? “Voglio migliorarmi per ottenere il massimo da me stesso. Se un giorno raggiungerò la serie A ed anche la Nazionale sarà dipeso da me, dall’impegno che ci ho messo, ci metto e ci metterò. Ed infine lo intendo fare per la mia famiglia, che si è tanto sacrificata per farmi inseguire questo sogno”.
Il prossimo anno, il tuo futuro, che progetti ci sono? “Personalmente vorrei ritagliarmi uno spazio con la Prima squadra ed avere la possibilità di giocare in serie B. Di alternative al Bari non ne so nulla poiché non ho ancora parlato col mio procuratore. Per quel che mi riguarda vorrei rimanere e giocarmi le mie carte”.
RIPRODUZIONE DELL'INTERVISTA (ANCHE PARZIALE) CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE WWW.TUTTOBARI.COM
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