A Bari da qualche giorno tiene banco il caso Stoian. Rivelazione stagionale del Bari, il giocatore rumeno domenica contro la Reggina s'è preso i fischi del San Nicola dopo qualche giocata poco fortunata, salvo poi segnare il gol vittoria. Ma il pubblico di Bari era così severo anche ai suoi tempi? "In Italia, e non solo per quanto riguarda il calcio ma anche per esempio per quanto riguarda la lirica, il pubblico che paga può segnalare il proprio gradimento o la propria disapprovazione. É così, fa parte della nostra cultura. Io ai tempi di Verona sono stato fischiato durante una partita con il Lecce, eppure coi gialloblù avevo vinto uno scudetto. Poi francamente capisco benissimo i tifosi del Bari: è una tifoseria umiliata, ferita a livello morale da quello che sta sentendo in queste ore sul fronte del calcioscommesse. Certo i giocatori di quest'anno non hanno colpe, anzi la squadra attuale sta ben figurando tutto sommato, ma i supporters sono stufi di questa mediocrità. La piazza è mortificata".
Quindi lei censura i gesti di stizza di Stoian e Dos Santos nei confronti del pubblico? "Sì, quei gesti non si fanno, i giocatori del Bari devono controllarsi e ricordarsi che la squadra, in casa, ha giocato quasi sempre male, tranne che contro il Padova e in qualche altro caso. I fischi, in ogni caso, a volte fanno bene a chi li prende.".
Lo stadio è deserto, la società si è defilata e in più c'è lo scandalo del calcioscommesse: alla luce di tutto questo i play-off sono ancora un obiettivo raggiungibile? "All'inizio della stagione Angelozzi e company hanno parlato di play-off, poi invece hanno chiesto di non parlare più di play-off. Le penalizzazione non può essere una scusa e non ci sono misteri: la società ha commessso delle inadempienze e quindi alla squadra son stati tolti dei punti in classifica. Insomma, colpa della società! E però bravo Torrente a cementare la squadra: in questa situazione non era facile riuscirci. Sui playoff: è difficile ma tutto può succedere, ci sono ancora tante partite e non sono escluse sorprese. Però bisogna dire che c'è stato e ci sarà ancora un ridimensionamento: Conte e Perinetti sono state come delle belle donne che ti fanno godere, adesso invece...".
Ma come si spiega il fatto che la squadra si esprima meglio fuori casa che tra le mura amiche? "Forse bisogna ricorrere a spiegazioni sia di ordine psicologico che tattico. In casa i giocatori sentono più la pressione. Ma c'è anche da dire che il Bari è molto bravo nelle ripartenze e giocatori veloci e bravi in contropiede come Stoian e Forestieri danno il meglio nelle gare esterne".
E Castillo e Kutuzov? É stato un errore tenerli fuori rosa? "Kutuzov lo conosco personalmente: uno come lui dovrebbe essere un esempio per tutti. Ad inizio stagione sono state fatte delle scelte, ma adesso, in mancanza di altri attaccanti, si è optato per il reintegro. Insomma, i due sono stati usati come degli usa e getta".
A proposito di calcioscommesse, Mockridge, amministratore delegato di Sky Italia, a giugno aveva commentato: "Pulizia o addio introiti". Lei crede davvero che Sky Italia potrebbe tirarsi indietro e negare alle società i soldi dei diritti televisivi nel caso in cui, appunto, non si facesse pulizia? "Noi ci auguriamo che si faccia pulizia e che chi ha truffato tifosi, società e abbonati alle pay-tv sia punito con pene giuste e severe. L'intervento di Mockridge è stato opportuno. Il suo è un discorso non solo economico ma anche morale. Anch'io credo in un calcio pulito. Le inchieste però richiedono tempi lunghi e questo è un problema. Questo business sulle scommesse illegali pare sia iniziato nel '94, ma per fortuna adesso ci sono le intecettazioni, che sono un potente strumento d'indagine".
E cosa ne pensa dell'amnistia proposta dal pm De Martino? "Sono contrario, è una proposta che non sta in piedi, ma se De Martino l'ha fatta vuol dire che il numero di persone coinvolte è molto grande. Ma, ripeto, sono contrario: significherebbe darla vinta a chi ha truffato".
Sabato è nata l'"Associazione Maglia Biancorossa", di cui lei fa parte..."Sì, io sono orgoglioso di aver giocato nel Bari e di esserne stato capitano. Amo Bari, dove vivo, dove sono cresciuti i miei figli. Gli anni in cui ho giocato per i biancorossi sono stati anni belli, felici: noi calciatori rispettavamo la maglia e i tifosi, e il rispetto per i tifosi è fondamentale. Di certo non mi riconosco in quello che ha detto Bellavista. L'iniziativa ha proprio questo obiettivo: far capire che la città, i suoi supportors e gli ex biancorossi sono stati defraudati dal calcioscommesse".
Il presidente dell'associazione è Mimmo Magistro, ex giocatore del Bari, ma anche politico locale. E l'aspetto giuridico delle vicende legate a "Maglia Biancorossa" sarà curato dall'avvocato Francesco Paolo Sisto, deputato del Pdl. Non teme che l'associazione possa essere utilizzata per scopi elettorali? "Mi auguro di no. Purtroppo la politica è entrata nel calcio e si sono viste le conseguenze. Noi, come associazione, dobbiamo salvaguardare l'onore del Bari. Chi vuole utilizzare l'associazione per scopi politici si sbaglia di grosso".
Come giudica il silenzio tombale dei Matarrese degli ultimi mesi? Non le sembra strano, visto tutto quello che sta accadendo al Bari? "Questo silenzio non mi sorprende, il silenzio fa da sempre parte delle loro cultura..."
In conclusione, può farci un bilancio della loro gestione? "Rispetto Vincenzo Materrese ma non posso non sottolineare che si è spesso circondato di persone che gli hanno creato guai. Io sembro una voce nel deserto e per le cose che ho detto sono stato messo da parte, anche se le mie critiche sono sempre state costruttive. Che dire della loro gestione? Poca Serie A, molta cadetteria, mai un sogno! Ora il Bari vive nella mediocrità, l'obiettivo è ridimensionare. In passato sono stati fatti troppi proclami ma pur avendo avuto il Bari ottimi dirigenti molte attese sono state deluse. Si poteva fare qualcosa di grande e non è stato fatto. Un delitto, se si pensa che parliamo della squadra della seconda città del Sud. Progetto, organizzazione, progettazione: queste non sono mai state le parole d'ordine dei Matarrese, per loro conta solo il business. Io credo che comunque resteranno ancora in sella e che il Bari resterà nella mediocrità. Il salto di qualità lo si poteva fare ma non lo si è fatto perchè non lo si è voluto davvero. In società ci sono persone che hanno fatto disastri".
Ma lei è mai stato vicino a entrare nell'organigramma societario? "No, non sono mai stato preso in considerazione. L'anno scorso, dopo la fine della gestione di Ventura, qualcuno ha fatto il mio nome ma poi non se n'è fatto nulla perchè la società ha puntato su Mutti. Peccato, onestamente ci speravo. Ma non dico le cose che dico per rancore, semplicemente dico le cose come stanno e i fatti mi hanno dato ragione. A Bari ci vorrebbe una svolta epocale. Quando le cose non sono andate bene si è sempre data la colpa a chi era andato via: Regalia, Conte, Perinetti. Ma così non si va da nessuna parte".
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