Al termine del campionato 1927/28 il Bari vinceva con quattro punti di vantaggio sulla Fiorentina il girone D della Prima Divisione Sud e veniva promosso nella Divisione Nazionale. La notizia fece eco in tutta la Puglia visto che la società era così la prima della regione a partecipare al campionato in questione.
Inserito nel girone A con squadre del calibro di Milan, Torino, Roma, giusto per citare le più famose, retrocedette al termine del campionato 1928/29 dopo il quartultimo posto ottenuto nell’istituenda nuova Serie B.
Allenatore dell’epoca fu l’ungherese Ernest Egri Erbestein, tecnico che scomparirà poi nel 1949 alla guida del Grande Torino nella sciagura di Superga. Il campionato visse di alti e bassi e si concluse, come detto con la retrocessione, dovuta anche ad episodi come quello della gara interna col Casale, che venne giocata addirittura a Modena dopo che il campo barese era stato squalificato in occasione del 3-3 col Novara.

Diciannove furono gli atleti impiegati in quella stagione dal tecnico magiaro: dai sempre presenti Ronca e Gaiani (30 presenze), ai vari Costantino, Lella II e Rivolta (29 presenze). Nei marcatori si distinse il già citato Costantino, capocannoniere della squadra con 16 reti, seguito da Rastelli e Corengia con 7 e Francovich con 3.

Di particolare attualità in quel periodo l’assegnazione del simbolo che identificasse la squadra e poi la decisioni sui colori sociali da esporre ed indossare. La moda di quei tempi vedeva gli animali al centro degli emblemi sportivi: si ricorda trai più famosi, infatti, la zebra per la Juventus, la lupa per la Roma ed il ciuccio per il Napoli. A Bari venne organizzato un referendum, al centro del quale ci fu una vera e propria disputa fra due dei giornalisti sportivi più famosi della regione, Paolo Magrone della Gazzetta del Mezzogiorno e Alfredo Bogardo del Cinesport. Il primo propose il pettirosso, mentre l’altro il galletto. La scelta, come tutti sanno, cadde su quest’ultimo con la sua aggressività e vivacità, qualità che rappresentano appieno il carattere dei baresi. Per quando riguarda i colori sociali ci si riferì a quelli della città: bordo rosso su fondo bianco. Da ricordare infine la costituzione dell’”Ordine del Galletto bianco” e la sua sottosezione “Banda Pollastri” una sorta di precursori dei moderni UCN.
 

Sezione: Amarcord / Data: Mer 08 dicembre 2010 alle 16:45
Autore: Renato Chieppa
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