Calcisticamente parlando, l'Ungheria è un mistero buffo. Eccetto quella magiara, infatti, non esiste Nazionale al mondo che, dopo aver espresso, seppure per un periodo tutto sommato esiguo, fior fior di campioni, sia caduta così in basso da non riuscire a qualificarsi per decenni ad una competizione internazionale. Sì, perchè negli anni '50 quella ungherese era una squadra che faceva paura. Hidekguti, Kocsis, ma soprattutto Puskas: nomi indimenticabili che nel 1954 stavano portando quella Nazionale sul tetto del mondo. Contro tutti i pronostici, però, la coppa Rimet infatti finì alla Germania, molto più scarsa e soprattutto (pare) parecchio dopata.

Tutto questo per dire che, all'incirca fino alla fine degli anni '50, le squadre di club italiane pescavano spesso (e bene) dal serbatoio magiaro. Oggi, invece, i giocatori ungheresi militanti in Serie A e B sono davvero pochi (e, sopratutto, generalmente scarsi). In controtendenza invece il Bari, che negli ultimi anni ha avuto spesso giocari nati a Budapest o dintorni. Cinque per la precisione: Koman, Gosztony, Rudolf e Simon, a cui va aggiunto il neoarrivato Filkor. A dir la verità, i connazionali che hanno preceduto l'ex  giocatore del Livorno non hanno di certo lasciato un gran segno. Koman, giunto in prestito nel penultimo anno di Seria A del Bari giocò pochino e senza mai impressionare granchè. Gosztonyi, addirittura solo due gettoni in maglia biancorossa. Di Rudolf, giunto a gennaio nell'ultimo campionato in massima serie, si ricorda il gol contro il Milan: poi, misteriosamente, sparì, e chi s'è visto s'è visto. Simon, non ne parliamo: una meteora.

Eppure, forse pochi sanno che moltissimi sono gli ungheresi che hanno fatto la storia del Bari. Per esempio, allenatori come Andras Kutik, per esempio, alla guida dei galletti dal 1934 al 1949 (con qualche stagione altrove nel mezzo). O come Arpad Weisz ed Ernest Erbstein, due ungheresi legati da un tragico destino: il primo è morto ad Auschwitz dove era stato deportato in quanto ebreo, il secondo, direttore tecnico del Grande Torino, perse la vita nella tragedia di Superga. Grandi allenatori, dunque, ma anche grandi calciatori. É il caso di Mihály Vörös, 54 gol in 152 partite in maglia biancorossa dal 1948 al 1953: un bomber di razza, uno di quelli di cui il Bari oggi avrebbe davvero bisogno.

Sezione: Amarcord / Data: Gio 30 agosto 2012 alle 20:00
Autore: Diego Fiore
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