C’è stato un tempo in cui, un proficuo “gemellaggio”, caratterizzava le vicende di mercato del calcio italiano. Una delle società in questione, allora come oggi la più quotata tra le due, prelevava piccoli gioielli in erba dal vivaio dell’altra, li svezzava, li formava e infine li rivendeva al miglior offerente a cifre vantaggiosissime per le proprie casse societarie. Non tutti ricordano che, il club in questione era nientemeno che il Bari di Materrese e Regalia.
Proprio Regalia, forse uno dei migliori dirigenti sportivi della storia biancorossa, fu l’artefice principale del suddetto “gemellaggio”; forse per le sue origini lombarde, le sue attenzioni si erano focalizzate proprio su una squadra di calcio lombarda che in quegli anni faceva la spola tra serie B e C. Nella seconda metà degli anni ’90, il rapporto di collaborazione tra Bari e Como si tradusse in quelli che sarebbero diventati dei grandi affari, per entrambe le società.
Luigi Sala da Mariano Comense, Diego De Ascentis da Como e Gianluca Zambrotta, sempre e rigorosamente da Como, vennero acquistati a un anno di distanza l’uno dall’altro. L’apripista fu Gigi Sala, classe ’74, difensore rivelatosi negli anni comaschi come uno dei più promettenti e affidabili della sua generazione. Prelevato nel ’95, si impose subito e giocò da titolare il campionato che vide il Bari retrocedere nonostante i gol di Igor Protti; Sala risultò uno dei più positivi, considerata la sua giovane età, realizzando anche due reti. Davvero niente male per un esordiente…
Restò a Bari anche nella stagione di B, culminata poi nella grande promozione in A, sempre agli ordini di Fascetti che stava plasmando il suo giocattolo perfetto. Disputò con il Bari anche il successivo torneo della stagione ’97-’98 e venne ceduto al Milan a soli ventiquattro anni; eccolo dunque quello che fu il primo vero affare per le casse biancorosse. Preso quando era solo una promessa, fu l’esperienza a Bari a formarlo calcisticamente a grandi livelli, fino a spalancargli le porte della grande occasione, materializzatasi con i colori rossoneri. E così dopo 89 presenze e 4 reti, Sala conobbe la gioia di vincere subito uno scudetto a Milano, giocando al fianco di mostri sacri come Maldini e Costacurta; tuttavia la sua ascesa, complice anche qualche infortunio di troppo, si arrestò bruscamente e gli impedì di essere riconfermato.
Atalanta, Chievo, ancora Atalanta, Sampdoria e infine l’esperienza in B con l’Albinoleffe, fino al ritiro nella scorsa estate; queste le tappe della buona carriera di Luigi Sala, il primo a inaugurare la tratta, allora parecchio frequentata, Como-Bari.
Nell’estate del 1996 era intanto toccato ad un altro prodotto del vivaio del Como, esordire nella massima serie con la maglia del Bari. Diego De Ascentis, centrocampista, restò in Puglia tre anni e si inserì alla perfezione in quella splendida squadra plasmata negli anni da Fascetti, diventandone uno dei titolari inamovibili. Al fianco di Ingesson o Daniel Andersson si esaltò con la sua grande corsa, il dinamismo e gli innumerevoli recuperi di palla in fase di interdizione; divenne un cliente difficile per chiunque, non disdegnando di togliersi qualche soddisfazione sotto porta: tre le reti nelle sue 89 presenze. Punto fermo anche della nazionale Under 21 e vincitore della medaglia d’Oro ai Giochi del Mediterraneo, nella finale disputata proprio al San Nicola, in squadra con gente del calibro di Totti, Buffon e Ventola. L’esperienza barese fu dunque colma di soddisfazione per il ragazzo lombardo; sembrava destinato ad una grande carriera quando anche lui fu ceduto al Milan nel ’99, ma oscurato dalla concomitante esplosione di Gattuso, dovette cercare fortuna altrove…al Torino, dove divenne anche capitano, al Livorno, nuovamente e brevemente al Toro e infine quattro stagioni a Bergamo, con la maglia dell’Atalanta.
De Ascentis non si è mai risparmiato in campo, un lottatore nato, un ottimo centrocampista, un grande professionista. Anche lui, diventato adulto, con la maglia del Bari addosso. Ma quello che gli anni e i risultati ottenuti nella sua gloriosa carriera hanno dimostrato essere il grande vanto della storia del Bari, è certamente stato il terzo a compiere il lungo viaggio verso la Puglia: Gianluca Zambrotta. Estate 1997, della serie “non c’è due, senza tre…”, ecco l’ennesimo ragazzino pescato da Carlo Regalia dalla “cantera” del Como e portato subito a Bari. Aveva solo vent’anni Zambrotta, quando ha esordì in serie A con la maglia dei galletti, nella sconfitta casalinga ad opera del Parma. Ma da quel giorno per lui, due grandi stagioni e una carriera in costante e forticosa ascesa; nato centrocampista offensivo, fu così che Fascetti lo utilizzò nella sua prima stagione ma già nel suo secondo e ultimo campionato con il Bari, “Zambro” venne impiegato anche come jolly offensivo, talvolta come seconda punta molto mobile e in grado di svariare lungo tutto il fronte d’attacco. Come dimostrano le cifre (sei realizzazioni in due anni), il giovane Zambrotta vedeva molto bene la porta. Si capì subito che Bari per lui era solo il trampolino di lancio verso una carriera ben più luminosa, e infatti nel ’99 ecco la Juventus della “triade” e di Marcello Lippi che non se lo fa sfuggire; altro affarone di mercato per Matarrese che incassa e reinveste(?). Già Nazionale Under 21 negli anni di Bari, il passaggio alla Juventus gli apre le porte anche della nazionale maggiore, con la quale arriverà a 98 presenze (c’è chi sostiene siano 99, auspicandone la centesima), giocando tre edizioni del Campionato d’Europa e altrettante dei Mondiali. Nel 2006, da titolare e realizzando anche un gol nei quarti finale, si laurea Campione del Mondo con la nazionale italiana guidata da Lippi.
Lo stesso che, nel 2002 alla Juventus, lo aveva reiventato terzino destro di difesa, arretrandone il raggio d’azione ma allungandogli decisamente la carriera; proprio in questo ruolo Zambrotta ha ottenuto le soddisfazioni migliori, diventando e restando per diversi anni uno dei migliori al mondo. Dopo il disfacimento della Juventus seguito allo scandalo di Calciopoli, due anni al Barcelona e attualmente gli ultimi anni a grandi livelli nel Milan, anche se non più come titolare e con gli acciacchi dovuti all’età sempre più frequenti. Siamo certi che quel 9 luglio del 2006, a impazzire di gioia e a tifare Zambrotta c’erano anche i tanti tifosi biancorossi, orgogliosi di aver visto esordire con la maglia della loro squadra del cuore quel giocatore laureatosi campione del mondo; e siamo altresì convinti che, almeno un pensiero, anche Zambrotta in quella fantastica notte l’abbia dedicato al Bari e a suoi tifosi. Un grande orgoglio per il Bari…
Tutto grazie alla maestria di Carlo Regalia, rapito dalle gesta di quei tre ragazzi, partiti da Como e andati poi altrove, che certamente però porteranno Bari sempre nel cuore.
Bari-Inter 4-1 - Campionato 1995/96 - 31' gol di Luigi Sala
Bari-Lecce 2-2 - Campionato 1997/98 - gol di De Ascentis
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