No, così non va. La sconfitta di Vicenza è di quelle che lasciano l'amaro in bocca, e non solo per il risultato finale. I biancorossi, vinti per 1-0 dai padroni di casa, fanno un deciso passo indietro dopo il successo ottenuto contro il Livorno. Una prestazione scialba, priva di contenuti. Una partita a tratti anonima, lasciata scorrere sino a quando l'arbitro ha decretato la fine a cui il Bari è sembrato arrivare senza fame. Eppure gli obiettivi sono chiari, e di sostanza. Così, però, sarà davvero difficile raggiungerli. 

Dopo il successo salva crisi contro l'ex Gautieri, il Bari scende di nuovo dal treno dei tre punti. Contro il Vicenza uno spartito per nulla divertente, imbruttito dalla sufficienza con la quale molti interpreti hanno messo in scena il proprio copione. Salvare qualcuno non servirebbe a nulla. La squadra, al di là di un possesso palla spesso stagnante, non è riuscita mai a prendere in mano la partita, noiosa sino al gol di Ragusa. A poco sono valse, e poco hanno prodotto, le occasioni avute da Wolski e Caputo.

Così come denunciato anche dopo la vittoria contro il Livorno, questa squadra mostra decise difficoltà quando si tratta di creare azioni pericolose. A Vicenza, oltre a questa incapacità offensiva, si è notata una svogliatezza a tratti incomprensibile. I ricordi e lo champagne devono essere riposti subito in soffitta. La memoria di quanto fatto nel recente passato non deve influenzare il presente. Nessuno, nemmeno l'ultimo arrivato Vicenza, ti regala nulla. Gli occhi della tigre mostrati la scorsa Primavera sembrano socchiusi, addormentati in un sonno che ora non ha più motivo di proseguire. Sette punti in cinque partite sono un bottino misero per una formazione che punta alla massima serie.

I tanti cambiamenti, le rivoluzioni, le scosse di assestamento: tutto è comprensibile ma non più giustificabile. A differenza dell'anno scorso, in questo non arriveranno fallimenti salva campionato a far scattare la scintilla. I punti persi contro Perugia, Frosinone e Vicenza (tre ex squadre di Lega Pro) sono punti gettati alle ortiche. Punti che non tornano indietro, la cui assenza potrebbe pesare parecchio sull'economia di un torneo che i biancorossi hanno approcciato nella maniera sbagliata. 

Si corregga l'atteggiamento, si rincari la voglia mostrata in altre occasioni. Non saranno modifiche e cambiamenti tattici a fare la differenza. Un numero, senza cuore, resta un numero senza alcun significato, e il ritorno al 4-3-3 - tanto richiesto da stampa e tifosi - non sembra poter oggi rappresentare l'unico rimedio. Ci vuole la Bari, quella rimasta negli spogliatoi di Latina.

L'impegno profuso dalla società in termini di marketing e sponsorizzazioni deve riflettersi anche e necessariamente sul campo. Senza vittorie a nulla serve vestire bene. Senza sostanza e continuità a nulla serviranno gli enormi sacrifici fatti per far rivivere il Bari. 

Sezione: Copertina / Data: Mer 24 settembre 2014 alle 00:15
Autore: Andrea Dipalo
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