Dopo quattro risultati utili di fila il Bari cade a Varese senza staccarsi troppo dagli alti piani di una classifica che resta corta e compatta. 

La squadra scesa in campo al 'Franco Ossola' è sembrata contratta e priva di mordente. La manovra è risultata spesso blanda e priva di iniziativa, con il tridente d'attacco che non ha quasi mai creato pericoli dalla porta avversaria. Stevanovic, preferito a Galano, terminato il riscaldamento pre partita non si è più rivisto. Come De Luca, probabilmente tradito da mille emozioni per un ritorno a casa decisamente amaro. A tenere alto il volume c'ha pensato Caputo, comunque incapace di trovare la solita zampata. 

Nessun processo, anche se la partita di Varese ha messo in vetrina le solite lacune. Della difesa abbiamo ormai detto tutto, o quasi. Come di Ligi, anche ieri uno dei peggiori campo. Le grandi squadre fondano i propri successi su retroguardie di ferro: quella barese, purtroppo, è ancora lontana da quel metallo. L'altra grave lacuna è rappresentata dalle poche risorse della panchina, incapace di sfornare alternative vincenti. Rozzi è l'unico jolly che il Bari si può giocarsi a partita in corso. Un po' poco. Non a caso, tutte le volte che la squadra si è ritrovata sotto non ha mai vinto e/o ribaltato nessun match.

Ripartiamo più forti di prima. Questa l'espressioni usata da mister Mangia. Martedi c'è il Pescara al 'San Nicola' per l'undicesima giornata di campionato. Una ghiotta occasione per i biancorossi viste le pessime condizioni di salute dei ragazzi di mister Baroni, umiliati dal Carpi e sempre più giù in classifica.

Sezione: Copertina / Data: Dom 26 ottobre 2014 alle 08:30
Autore: Andrea Dipalo
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