Ci fossero undici Brienza il Bari sarebbe primo per distacco. La sensazione, dopo oggi, è praticamente una certezza. Paradossi a parte, difficile anche commentare la differenza di gioco e stile che il Bari ha mostrato prima dell'ingresso di Brienza (il nulla più totale) e dopo l'ingresso del suo eterno fantasista. Un gol di rara bellezza, una macchina complessivamente rivitalizzata grazie a lui, Brienza ha acceso alla luce in un match che il Bari ha iniziato come peggio non poteva, sbagliando come quasi sempre l'approccio e lasciando libero Forte di insaccare di testa.

Bellezza del "Bari formato Brienza" a parte, il pareggio in casa non serve a nulla. Le due gare consecutive tra le mura amiche dovevano servire a colmare il gap di classifica con le primissime della classe: i biancorossi invece hanno ottenuto due punti che poco servono nell'economia di una stagione che resta posseduta in un limbo a misura di play-off ma sempre alquanto pericoloso.

E allora vien da chiedersi quando arriveranno (se arriveranno) i progressi di personalità e continuità richiesti a gran voce da una piazza giustamente esigente. A metà marzo il progetto tecnico non sembra essere pienamente decollato, né la rosa sembra uniforme e all'altezza dei suoi profili migliori. Per informazioni chiedere alla timidezza di Nené davanti, schierato titolare e praticamente nullo in attacco (non sarebbe stato meglio confermare Kozak o dar fiducia al più dirompente Cissè?).

Male anche Improta, non ha rubato l'occhio l'esordiente Balkovec. Facce anonime di un Bari senz'anima, uscito fra i fischi.

Sezione: Copertina / Data: Mar 13 marzo 2018 alle 20:05
Autore: Redazione TuttoBari
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