Vincere giocando bene, schiacciando l'avversario nella sua area con un pressing asfissiante e un possesso palla prolungato finalizzato a produrre giocate in velocità costituisce uno dei principali dettami tattici del calcio che vuole Devis Mangia. Un progetto ambizioso, simile per certi aspetti a quello impostato pochi anni fa da Antonio Conte, difficile da realizzare se non si hanno i giusti interpreti, la giusta condizione fisica e le giuste motivazioni. L'impressione, dopo la gara di ieri con il Savona, è che questo Bari sia a buon punto nel percorso di apprendimento degli schemi e della mentalità offensiva voluti dal tecnico di Cernusco sul Naviglio. Costante la ricerca dello sfondamento sulle fasce laterali, come la ricerca delle giocate in velocità tra le due punte, sempre molto vicine tra loro. Se non fosse mancato un pizzico di precisione nell'ultimo passaggio probabilmente i galletti avrebbero chiuso la gara molto prima evitando le sofferenze dell'ultima mezz'ora. 

DIFESA - E proprio quei durissimi trenta minuti finali sono la diretta conseguenza di ciò che ieri ha funzionato solo in parte, evidenziando delle debolezze sulle quali è bene che si concentri l'attenzione di Mangia e del suo staff tecnico. Ieri il Bari ha vinto la partita e passato il turno ma se avesse perso, alla luce delle tante, troppe occasioni prodotte dagli avversari, difficilmente si sarebbe potuto obiettare qualcosa. Il 4-2-4 è ottimo per attaccare ma se in fase di non possesso gli esterni non arretrano a dare una mano ai due centrocampisti la squadra va in inferiorità numerica nella zona mediana del campo con i galletti costretti al fallo tattico per fermare l'avversario. Ieri Calderoni si è trovato troppo spesso in situazioni di 1 contro 2. Non è un caso che l'azione dell'1-1 sia nata sulla sua fascia di competenza con uno Stoian apparso in ritardo di condizione e poco propenso a rientrare per dare una mano al compagno di squadra. Da rimarcare invece in positivo la prova di Galano che ha dimostrato di non soffrire il passaggio dal 4-3-3 al 4-2-4 oltre a fornire un prezioso appoggio a Sabelli. 

FUORIGIOCO - Non hanno brillato nemmeno i due centrali di difesa, Contini e Rossini, presi d'infilata sulle ripartenze avversarie o con dei lanci lunghi con cui il Savona ha eluso la trappola del fuorigioco. Per ben tre volte un attaccante biancoblù si è trovato da solo in area di rigore a tu per tu con Donnarumma, fallendo clamorosamente. Ma non sempre, soprattutto quando si affronteranno avversari più quotati come ad esempio l'Avellino (di scena al San Nicola domenica prossima), potrà andar bene. E' chiaro che ci vuole tempo per trovare un buon livello di affiatamento anche perché il reparto arretrato, nel settore centrale, è praticamente nuovo di zecca visto che non è rimasto nessuno delle precedenti stagioni. Così come è altrettanto chiaro che vincere tra le difficoltà fortifica il morale e aumenta l'autostima di una squadra destinata, Paparesta non ne ha mai fatto mistero, a disputare un campionato da protagonista

Sezione: Copertina / Data: Lun 18 agosto 2014 alle 15:30
Autore: Francesco Serrone
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