Voleva vincere, il Bari. Così almeno ripetevano da giorni dal quartier generale biancorosso. In campo, però, è stata tutta un'altra storia. Forse semplicemente la solita. E una gara resa rocambolesca, più dall'arbitro che dalle squadre, ha prodotto l'ennesimo nulla di fatto. Alzi la mano chi, tra il 35' del primo tempo e il 25' della ripresa, si è accorto della superiorità numerica acquisita dai galletti. Una squadra senza idee, quasi perennemente priva della necessaria verve offensiva in grado di indirizzare anche gli incontri più in discesa, si è scontrata con la maturità di un Bologna finito per trascinarsi nell'impasse generale più per isolate e autolesionistiche colpe, che per brillantezza altrui.

E' bene uscire da un equivoco. Questo Bari non sembra proprio meritare i play-off. La campagna disperata studiata in settimana dal club è apparsa strategicamente impeccabile (quasi 40mila le presenze sugli spalti a sostenere il tentativo d'impresa, ndr), ma manchevole di solido costrutto. Risultato: l'ennesima bolla di sogni, scoppiata in una serata di fine aprile, conclusa con un amaro in bocca grande quanto una casa.

Qualche dato. Il Bari non vince da quattro turni, e nel frattempo il Catania, dopo aver messo la freccia, ha da ieri ufficialmente aperto le pratiche per il sorpasso. Comprensibile la frustrazione dei tifosi, sfogatasi con i fragorosi fischi che hanno accompagnato i minuti successivi al rompete le righe impartito dall'arbitro Maresca. Nemmeno il consueto saluto del team alla curva ha prodotto questa volta il ricongiungimento. 

Doveva essere in fondo la serata della svolta, è diventata quella del triste, crediamo definitivo, ritorno alla realtà. E martedì c'è il Carpi. Nessuno slogan, questa volta. Meglio pensare alla salvezza...

Sezione: Copertina / Data: Sab 25 aprile 2015 alle 09:00
Autore: Davide Giangaspero
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