Attesa logorante. Specie per chi, al vecchio caro galletto, ci tiene da sempre. E quindi per i tifosi, assiepati dietro una tensione tanto evidente quanto, appunto, logorante. Una lotta contro il tempo. Come al solito. Scadenze, debiti e una società che barcolla ma non molla. A Bari, in fondo, ci si è fatto il callo, anche se non ci si aspettava una crisi - amministrativa e finanziaria - così grave ora, dopo solo due anni dalla costituzione della nuova società, nata e cresciuta sì orfana di adeguate fondamenta ma, comunque, troppo giovane per ritrovarsi oggi, dopo una manciata di mesi, a vivere una crisi così acuta e pericolosa, che ha di fatto portato allo scontro i due soci Paparesta e Giancaspro, attori protagonisti di una guerra fredda in atto e per nulla placata dopo l'incontro di venerdi scorso, quando l'assemblea ha chiuso a uovo - e sanza esito - una discussione che, invece, doveva sfociare in una necessaria copertura delle passività pregresse. Un operazione da circa 5 milioni, rimandata a domani. Ma quando si tratta del Bari, si sà, del domani non vi è certezza.

Primavera barese. Una telenovela iniziata ad aprile, con lo sbarco sulle rive dell'Adriatico (ma via aerea) di Dato' Noordin Ahmad. Una presentazione in grande stile a cui il malese allega una promessa che, a Bari, ha fatto già storia: "Portare il Bari a vincere lo scudetto in cinque anni". La concretezza del suo interesse si sarebbe dovuta manifestare nei giorni scorsi, con l'arrivo del tanto chiacchierato bonifico, mai contabilizzato. Paparesta ha sempre manifestato ottimismo. Di fatto resta che, ad oggi, nulla è successo, nessuna disponibilità economica è stata messa nelle mani di Paparesta per fronteggiare gli impegni. Il numero uno biancorosso si è dunque presentato in assemblea privo di risorse, oltre che scarico dal punta di vista emotivo. Allo stato delle cose, l'ex arbitro non è in grado di tirare avanti, con Giancaspro che, in un sol boccone, farebbe scacco matto. 

Non ci si annoia mai. Poco spazio alle riflessione, domani si torna in campo, ovvero nell'ufficio del notaio, a Terlizzi. Tante le ipotesi masticate in questi lunghissimi giorni, in cui le componenti coinvolte hanno tenuto un rigoroso silenzio. Un silenzio che, di fatto, lascia libertà d'immaginazione a quanti seguono, dall'esterno, la vicenda. Tutto può accadere. Questo lo scenario attuale. Salvo sorprese, che con Paparesta non sono mai mancate. Riuscirà lì dove, oggi, sembrerebbe destinato a fallire? In passato c'è riuscito. Eccome. Certo è che non si può sempre sperare nel colpo di coda, specie quando, all'orizzonte, si profilano già tante altre incombenze. Come il pagamento degli stipendi e l'iscrizione al prossimo campionato. Un'operazione, dunque, che superata di parecchio i 5 milioni necessari per ricapitalizzare e restare a capo della società, altrimenti dirottata nelle mani di Cosmo Giancaspro, che potrebbe concedere al vinto Paparesta un diritto di riacquisto, a cifre e in tempi (stretti) ovviamente prestabiliti. 

La resa dei conti è dunque vicina. Prima i verdetti, poi i giudizi e i commenti che, inevitabilmente, si sprecheranno. Specie su Dato', assente ingiustificato nel momento più decisivo. 

Sezione: Copertina / Data: Dom 05 giugno 2016 alle 17:00
Autore: Andrea Dipalo
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