Mai scegliere l'allenatore prima del direttore sportivo. E' una delle regole basilari del mondo del calcio. Una lezione che a Bari non hanno imparato visto che è stata infranta due volte negli ultimi tre anni. La prima nell'estate 2014 quando gli ingaggi di Devis Mangia e Stefano Antonelli avvennero praticamente in contemporanea. La seconda lo scorso luglio con l'arrivo di Roberto Stellone pochi giorni dopo l'ingaggio di Sean Sogliano (e non certo perché il trainer romano fosse la prima scelta del ds). In entrambi i casi il campionato del Bari è terminato con il mancato raggiungimento dell'obiettivo fissato ad inizio stagione. Tutt'altro che una coincidenza.

AVVIO DIFFICILE - Una stagione, quella dei biancorossi, che già si preannunciava in salita visti i tempi ristretti in cui la nuova società ha dovuto operare. Ricordiamo per onor di cronaca la situazione che si trovò davanti Cosmo Giancaspro in quell'infuocato inizio d'estate. C'era un club oberato di debiti e a rischio fallimento senza un'immediata ricapitalizzazione, un ambiente depresso sia per i risultati sul campo (con un rocambolesco spareggio play-off perso in casa) che per le promesse di gloria di un personaggio venuto dal sud-est asiatico che aveva paventato investimenti importanti per poi sparire nel nulla. Logica imponeva che le primissime operazioni fossero mettere in sicurezza il club sul piano economico e programmare la stagione mantenendo un basso profilo. Un ridimensionamento che non avrebbe trovato i favori della piazza ma che avrebbe potuto essere edulcorato se i successivi interventi avessero lasciato intravedere un progetto di più ampio respiro. Ma non ci può essere programmazione se non c'è condivisione di idee. 

RAPPORTI INCRINATI - Col passare delle settimane i rumors in cui si parlava di una spaccatura tra Sogliano e Stellone, in merito alla gestione del calciomercato e in qualche caso anche di natura tattica, si sono fatti sempre più insistenti. Chiariamoci: discussioni tra due o più persone sul posto di lavoro sono all'ordine del giorno, in qualsiasi ambito professionale. A maggior ragione quando a confrontarsi sono due personalità forti. Ma se queste discussioni si protraggono nel tempo, senza trovare un punto d'incontro, la situazione si complica. Come una coppia di buoi che tirano un carro in direzioni opposte. Una di queste discussioni è avvenuta ad Andria il 20 agosto al termine dell'amichevole pareggiata per 1-1 con i federiciani. Sogliano non aveva affatto gradito la prestazione della squadra ed era preoccupato per la condizione fisica approssimativa di diversi giocatori ad una settimana dall'avvio del campionato. Stellone difese le sue scelte e il suo operato. Il tecnico ha fatto lo stesso anche dopo i brutti ko interni con Cittadella e Benevento. Alla terza sconfitta, il 16 ottobre a Frosinone, la prospettiva di un avvicendamento in panchina ha cominciato a prendere forma. Fino a diventare realtà dopo la sconfitta con il Latina alla tredicesima giornata. Le dichiarazioni rilasciate da Stellone a tuttomercatoweb confermano ciò che molti, anche tra i tifosi, avevano capito. Non c'è stata piena unione di intenti tra allenatore e direttore sportivo. A pagarne il prezzo prima ancora che Stellone o Sogliano, Giancaspro, il Bari e i suoi tifosi. 

Sezione: Copertina / Data: Mer 17 maggio 2017 alle 16:00
Autore: Francesco Serrone
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