Una vittoria da impazzire. Il Bari mette ko quella che almeno fino a questa giornata era la capolista del campionato e regala a se stesso e ai tifosi una vittoria prestigiosa. Decide una zuccata di Furlan, tra i volti a sorpresa dell'undici e non il solo protagonista per caso in un pomeriggio in cui anche Daprelà, autore del cross che ha deciso il match, è risultato motore perpetuo sulla fascia. Il modulo 3-4-3 scelto da Colantuono diventa ben presto mossa azzeccata. Il Bari a specchio finisce per riflettere meglio le sue peculiarità che quelle degli avversari. Con qualche calciatore di troppo in infermeria, la scelta si è rivelata ispirata e idonea a riempire il campo di polmoni e tanto cuore.

Una gara maschia, per gran parte del match soprattutto tattica, Bari-Frosinone, e in cui si fa male discretamente presto Suagher, ben rimpiazzato da Moras. Non è un caso che la pazienza dei biancorossi ha trovato ridente sfogo nelle gambe dei calciatori più freschi. Già prima del gol, ad esempio, proprio Furlan aveva manifestato una certa scioltezza. La corsa prodigiosa verso la panchina dopo il sigillo di metà ripresa ha aumentato i chilometri già spesi in partita, giustamente ricompensati dagli applausi del pubblico al momento del cambio. Ai calciatori ritrovati in gara si è aggiunto anche Fedele, degno interprete centrale della cerniera a due di metà campo completata da Basha.

E il Frosinone? Praticamente nulla la sua partita, disintegrata sul piano dell'ispirazione da una squadra compatta, trascinata nei minuti finali da un pubblico da sballo, potente su ogni contrasto fieramente esibito da Tonucci e colleghi. L'hanno vinta in tanti la gara del San Nicola. I quattordici baresi scesi in campo, la panchina, i tanti supporters sugli spalti e da casa. Niente record di presenze, ma poco importa. Un certo tessuto emotivo è parso ancora più solare di altre volte. Crescerà ancora, come le chance del Bari, tornato ciò che più importa, ormai da qualche settimana, seria candidata alla promozione.

Sezione: Copertina / Data: Sab 11 marzo 2017 alle 17:15
Autore: Davide Giangaspero
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