Pacato, ma deciso. Gianluca Paparesta ha rotto il silenzio ed incontrato la stampa per chiarire alcuni passaggi della sua gestione del Bari, a partire dal suo ingresso in società fino all’addio (o arrivederci?) del 22 giugno scorso. "Ridatemi il maltolto" – L’ex numero uno del Bari vuol tornare in sella sfruttando un’azione legale e l’intervento di un giudice super partes che possa ribaltare la situazione verificatasi, quando Cosmo Giancaspro gli sfilò la società sotto il naso. "Avevo chiesto due giorni di rinvio. Giancaspro non ha salvato il Bari. Avevo altri imprenditori capaci di dare nuova linfa al club" – la difesa di Paparesta.

Un po' teso, preciso, battagliero. L’ex presidente biancorosso ha sciorinato dati ed una serie di investimenti eseguiti esclusivamente "per il bene del Bari, che merita ben altri palcoscenici della serie B". Dalla sua espressione, traspare determinazione anche se a volte la sua voce sembra essere rotta dall’emozione, dalla voglia di sfogarsi dopo mesi di "cattiverie ed ilarità ingiustificate".

E poi c’è il capitolo Noordin. Il più doloroso. Quello in cui si proclama vittima, ma anche carnefice. "Ho sbagliato – ha ammesso Paparesta – avrei dovuto vedere i soldi prima di essere sicuro ma il più danneggiato sono stato io".

Ma tanti sono ancora i punti nebulosi della vicenda, al quale non è possibile ancora dare risposte. Cosa viene contestato con esattezza a Giancaspro nell’acquisizione della società? Datò Noordin, vista la grande disponibilità economica, non avrebbe potuto liquidare subito l’imprenditore molfettese? Quei due giorni di rinvio chiesti, non avrebbero portato il Bari definitivamente nel baratro? E soprattutto, chi sono gli imprenditori a cui si era legato?

Domande senza risposte, il tribunale sentenzierà. Giancaspro rimarrà in silenzio. Sarà battaglia tra soci, come mesi fa. E di sicuro c’è che il Bari non ne beneficerà affatto. 

LA CONFERENZA ODIERNA DI GIANLUCA PAPARESTA
Sezione: Copertina / Data: Mer 02 novembre 2016 alle 21:30
Autore: Gianluca Sasso
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