Più bravo nei fatti che con le parole. Lo ammette col sorriso Giancaspro, nuovo amministratore unico e, dunque, presidente del Bari, oggi presentatosi nelle nuove e inaspettate vesti maggioritarie. Sì perché nell'eccesso di trasparenza che ha condotto le parole di Giancaspro per tutta la conferenza è trapelato chiaramente il veloce boom che l'ha portato in un posto di rappresentanza che, pur inorgogliendolo, non aveva certo puntato a priori.

Parole chiare, schiette, non troppo spietate nei confronti di un recente passato che poteva essere oggi ulteriormente ammazzato e che invece Giancaspro si è limitato a ribaltare con programmi, intenzioni, spiegazioni essenziali di impresa e giochi di squadra. "L'azienda è tutto, vien prima della famiglia". Quando parla di quel che conosce meglio, Giancaspro sembra visibilmente più a suo agio. Ripete più volte il concetto di piano industriale, spiega la bontà di una definizione spesso etichettata solo negativamente come spendig review, tende la mano a chi a Bari già c'è e che, se proprio andrà via, dovrà essere accompagnato con educazione e meritato rispetto.

Sul piano sportivo Giancaspro ha confermato l'intenzione di affidarsi ad un uomo di calcio, un dirigente sportivo, in grado di condividere con lui ogni progetto sulla squadra. Ha rassicurato pure sul budget che, stando alle parole dell'imprenditore di Molfetta, non sarà certo inferiore agli anni passati. L'apertura sociale, se arriverà, sarà in nome di un tessuto imprenditoriale locale da salvaguardare e che Giancaspro ha confermato essere potenziale interlocutore per il presente e futuro da lui pensato. Fine dunque dei voli pindarici provienienti dall'esterno, piuttosto garanzie: tutto - tiene a precisare il neo presidente - sarà valutato attentamente per il bene del Bari e dei suoi tifosi perché "nessuno mungerà più sulla società" e perché lo stesso Giancaspro sembra essersi assunto un ruolo chiaro, proprio su questo aspetto.

A proposito, tornerà il galletto. Una scelta romantica e di rispetto per la storia. Sperando che sia ruspante come quello del Bari di Catuzzi, citato nel personale affondo dei ricordi assieme a Conte e Ventura, ultimi protagonisti vincenti di una città che adesso ha soltanto una pazza voglia di recuperare il tempo perduto.

Sezione: Copertina / Data: Ven 24 giugno 2016 alle 19:25
Autore: Davide Giangaspero
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