La grana Brienza ha scosso il Bari. "Una catastrofe", l'ha definita Stefano Colantuono che fin dall'avvio della sua gestione in biancorosso aveva individuato nell'ex Bologna il vero fiore all'occhiello della categoria. Per il Bari, quello che si aprirà domani contro il Latina, sarà dunque quasi un campionato bis. Un po' per la delicatezza delle sfide in un finale di stagione che si avvicina, e un po' per l'inevitabile esigenza di sopperire all'assenza dell'uomo-simbolo con una reazione d'orgoglio.

Sarà un Bari più spoglio ma, nella migliore delle ipotesi, più maturo e in grado di sostenere la sberla. Il sacrificio di Brienza dovrà servire a raddoppiare gli sforzi ed accantonare gli ingiustificabili flop manifestati a più riprese, specie in trasferta, peraltro sotto il segno di alibi molto meno convincenti (arbitri e terreni di gioco) di quelli potenzialmente relativi all'assenza del vero veterano del gruppo.

Se il Bari dimostrerà con le sue risorse alternative di saper sopperire alla crisi di cifra tecnica apportata dal più doloroso infortunio della sua stagione, permetterà anche a Brienza di tornare con ancor più efficacia e serenità in un tessuto di squadra psicologicamente cresciuto, senza forzare i tempi. Dovrà esaltarsi Parigini, giunto al vero punto di svolta del suo campionato. Dovrà sobbarcarsi la leadership tecnica della squadra Cristian Galano, un po' assente nelle ultime settimane.

Quanto a Brienza: la rottura parziale non è totale, pensarlo pronto per gli eventuali play-off non è utopia. Un arrivederci, non un addio. Brienza per ora guarderà un po' più da lontano ma sarà leader lo stesso. Si chiamerà magia, responsabilizzerà il Bari, e inizierà, magari, proprio da domani.

Sezione: Copertina / Data: Lun 03 aprile 2017 alle 20:00
Autore: Davide Giangaspero
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