Scatterà dopodomani e si chiuderà alle 23 di martedì 31 gennaio il mercato invernale del calcio. Tempo di pazze contrattazioni in un periodo tutto sommato ridotto, con tante teste da soddisfare e calciatori da sistemare. Sarà, almeno nelle previsioni, una finestra larga quella del Bari che vuol rimodellare il suo look con interventi di spessore. C'è una stagione da far decollare e una storia, quella del mercato di gennaio, da rilanciare. Spesso, specie negli ultimi anni, non particolarmente ridente a livello di verdetti.

Nella scorsa stagione impressionò il solo Jacopo Dezi, arrivato in prestito dal Napoli. Accanto a lui un tris di oggetti nettamente più misteriosi come Minala, Jakimovski e Cissokho, oltre al giovane Tutino e l'esperto Lazzari. Andò via Stefano Sabelli (direzione Carpi), poi tornato in estate e oggi nuovamente al centro di rumor come del resto in ogni sessione di mercato da qualche anno a questa parte.

Complessivamente amaro pure il lotto di speranze giunto a Bari nell'inverno precedente. Ebagua e Boateng le principali delusioni. In uscita l'addio sofferto fu quello a Sciaudone, l'uomo dei selfie, eroe della meravigliosa stagione fallimentare. A proposito, bene fece Edgar Cani (arrivato in Puglia con Delvecchio, Nadarevic, Zanon e Varela) nel campionato che chiuse l'era Matarrese e portò il Bari ad un soffio dalla A. Partì, proprio quel gennaio, Francesco Fedato, direzione Sampdoria, di nuovo a Bari da quest'estate, proprio in prestito dai liguri.

Furono mercati numericamente poveri quelli invernali immediatamente successivi alla retrocessione dalla A. Nel biennio di Torrente in panchina, comunque, si materializzò l'arrivo a Bari di un certo Romizi dalla Fiorentina (colonna da anni nell'emisfero biancorosso), oltre che dell'ivoriano Tallo dalla Roma, prelevato nel gennaio del 2013 in una sessione che spaccò in particolare sulla cessione di Borghese alla Pro Vercelli, amatissimo dai tifosi.

Glik, Codrea, Kopunek, il simpatico norvegese Huseklepp, Okaka, Rudolf e Bentivoglio rappresentarono forse la più nutrita batteria di calciatori mai arrivata in un mercato invernale biancorosso. Era il gennaio 2011, peccato che la stagione si risolse in una retrocessione senza storia con giallo scommesse in cui, comunque, nessuno dei nuovi volti ebbe un ruolo. Andò meglio a José Castillo che, l'anno prima, completò una rosa capace di viaggiare in massima serie a ritmi sostenuti, lambendo l'Europa. Kutuzov e Guberti (nel gennaio 2009), Kamatà (nel gennaio 2008) altre eccezioni felici di una finestra storicamente delicata.

Sezione: Copertina / Data: Dom 01 gennaio 2017 alle 20:00
Autore: Davide Giangaspero
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