Giù nel modo più fragoroso possibile. Il Bari esce sconfitto dal San Nicola sotto i colpi di un Benevento spietato e incredibilmente pronto ai grandi appuntamenti nonostante la dimensione da neopromossa. Era già successo del resto contro il Cittadella alla prima giornata, sempre in casa. Non così grossolanamente nel risultato, vero, ma due indizi suggeriscono già una discreta prova. Conviene farsene una ragione: in B, anche quest'anno, certe sorprendenti gerarchie sembrano destinate a decollare subito e cristalizzarsi ancor più in fretta. Colpa della continuità altrui e dell'incredibile susseguirsi di cambiamenti, schemi e sempre piuttosto precarie identità che da ormai qualche anno corrono in modo incerto e di pari passo con le fortune, o meglio sfortune, tecniche della squadra biancorossa.

Restando all'incubo odierno, il Bari è sceso in campo contro gli uomini di Baroni con mezza squadra nuovamente rinnovata rispetto all'ultima partita. Un bailamme di nomi, alternanze e terni a lotto, che non sta lasciando ossigeno nemmeno al delicatissimo ruolo del portiere. E non staremo qui a puntualizzare sulle incertezze odierne proprio di Ichazo. Certo che lui, assieme ad altri, si è reso protagonista di una gara particolarmente folle, viziata dall'episodio che ha aperto la goleada ospite, quello della franosa uscita del portiere sudamericano in un'azione dalla probabilità di non danneggiamento della squadra pari praticamente a zero.

Ha sbagliato anche Tonucci, nettamente più incerto del giovane Capradossi. Hanno mancato l'appuntamento con l'intensità di spinta sia Sabelli che Cassani. A centrocampo hanno giocato una gara orgogliosa Valiani e Fedele, mentre le ali hanno confermato tutte le proprie difficoltà. Piuttosto personali (di condizione, forse anche un po' psicologiche) nel caso di Furlan a cui in questo momento non riesce nulla; ambientali e logistiche per Ivan, ancora spaesato in ruolo non propriamente suo (ma la sensazione è che non lo sarebbe nemmeno quello in mezzo al campo in un 4-4-2. Perché dunque acquistare una mezzala?). In sostanza si è mosso con qualità in attacco il solo Brienza, almeno fino all'affaticamento che ne ha sancito l'abbandono prematuro dal campo. Peccato per la giornata storta di Maniero che sottoporta ha sprecato un'illuminazione geniale dell'ex Bologna che poteva aprire ben altri scenari.

Poca roba comunque in una gara conclusa senza storie e nello sbigottimento generale di un ambiente che non si aspettava una lezione del genere, per giunta da una squadra sulla carta meno dotata. Solite sorprese, solite storie. Il Bari, dopo cinque giornate appena sufficienti, si è buttato giù in malomodo.

Sezione: Copertina / Data: Sab 24 settembre 2016 alle 17:45
Autore: Davide Giangaspero
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