Con la gara contro il Cittadella si chiude la prima parte di stagione del Bari e arrivederci a fine gennaio. Un mese buono ha, quindi, Torrente per aggiustare il suo marchingegno ultimamente un po' difettoso. Niente di particolarmente preoccupante, sia chiaro, ma di cose su cui lavorare il mister ne ha. La difesa, per esempio.

Ora, che il reparto arretrato biancorosso oggi abbia ballato paurosamente è evidente a chiunque. Maah sembrava il Ronaldo dei tempi d'oro. Buonissimo giocatore, dotato da Madre Natura di una velocità non facilmente arginabile, ma che l'ex di giornata abbia messo sotto scacco per novanta minuti la difesa pugliese è piuttosto inspiegabile. L'attaccante, prima della gara di oggi, aveva segnato solo un gol, eppure è apparso una scheggia impazzita pronta a sfregiare in qualsiasi momento l'armata pugliese. I difensori del Bari, obiettivamente, non stavano in piedi. Messi costantemente alle corde dall'attaccante di origine africana, s'è visto chiaramente quanto le loro gambe fossero pesanti e i loro riflessi appannati. Sulla destra, soprattutto finchè c'è stato Sabelli, i veneti affondavano come coltelli del burro. Claiton lento e goffo: imbarazzante. Ceppitelli, vedasi l'azione che ha portato i galletti in svantaggio, peggio che andar di notte, e l'ennesima ammonizione stagionale presa è lì a dimostrare che la sua nuttata deve ancora passare. Insomma, dietro un disastro fragoroso. Colpevoli? La condizione atletica degli uomini del reparto arretrato del Bari è al momento assai deficitaria ma Torrente c'ha pure messo del suo, sbagliando la soluzione tattica iniziale: e per fortuna che da allenatore avvenuto qual è ha avuto l'umiltà di cambiare tutto dopo pochi minuti. Un'ammissione di colpevolezza, in buona sostanza. 

Ora un mese di stop, dicevamo. Per tirare il fiato e schiarirsi le idee. Se arriva il laterale sinistro basso come auspicato dal mister, la difesa a tre potrebbe essere archiviata definitivamente: e allora Polenta con tutta probabilità tornerebbe a giocare in un ruolo che gli sta più comodo (quello di centrale) e Defendi non sarebbe più chiamato a mettere una pezza a colori laddove ce n'è la necessità come oggi, che va bene la sua encomiabile attitudine di tuttofare ma qua si rischia di stordirlo a furia di spostarlo di qua e di là. E allora forza Angelozzi, dacci 'sto terzino. 

Sezione: Editoriale / Data: Dom 30 dicembre 2012 alle 18:30
Autore: Diego Fiore
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