Il Bari inizia a piacere. E il segreto non sta solo nelle recenti prestazioni con cui i biancorossi hanno saputo rivalutare le proprie chance promozione, oggi più nitide ed evidenti. 

Le prestazioni, dicevamo. Il lavoro svolto dal diesse Sogliano in quel di gennaio sta ripagando le attese. L'utilitaria biancorossa, ridisegnata in tutti i suoi comparti, corre oggi veloce grazie soprattutto ai nuovi innesti. Inutile citarli, così come sembra inutile sottolineare i meriti di mister Colantuono, accontentato in lungo e in largo da una proprietà che, finalmente, fa quello che più gli compete. Senza strafare ma con la giusta determinazione di chi vuole ambire a qualcosa di importante, di chi vuole raggiungere i propri obiettivi basandosi sulla forza e la prosperità del lavoro e non tentando inutili e pericolose scorciatoie.

Per vincere ci vogliono risorse (economiche e umane), equilibrio, competenze (distribuite e non accentrate sulla stessa poltrona) e giocatori all'altezza. Ecco, il nuovo Bari sembra dotato di tutte queste caratteristiche. E il merito non può non essere che del suo presidente, Cosmo Giancaspro, abile stratega e umile condottiero salito al trono che fu di Gianluca Paparesta lo scorso giugno. Pochi mesi, qualche errore ma tante scelte azzeccate. Lo dimostrano i fatti, seppur giovani e recenti.

L'aver affidato la gestione tecnica e sportiva a profili importanti e preparati sta dando i suoi frutti. Come dichiarato in tante circostanze dallo stesso Giancaspro, il suo compito dev'essere solo quello di far quadrare i conti, mettendo nelle migliori condizioni chi opera di farlo al massimo delle possibilità. Al resto ci devono pensare i vari addetti, di cui si fida e a cui ha dato piena libertà nella costruzione e nella gestione di uno spogliatoio oggi più forte a livello tecnico, umano e professionale.

La ricetta è quella giusta. Ad emettere sentenze ci penserà come sempre il rettangolo verde, ma pare evidente come questa sia per il Bari la strada maestra. Una strada chiara e delineata, con un presidente che fa il presidente, con un direttore che fa il direttore e con un allenatore che, assecondato e ben assistito, deve solo portare a casa i risultati richiesti.

Sezione: Editoriale / Data: Sab 25 febbraio 2017 alle 17:30
Autore: Andrea Dipalo
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