Piccola parentesi sui fischi e i cori rivolti dal pubblico barese a Parisi. Se i supporters biancorossi danno per scontata la colpevolezza degli indagati, prima ancora quindi che arrivino le sentenze, allora dovrebbero contestare pubblicamente anche gli Ultras coinvolti nell'inchiesta sul calcioscommesse. E invece niente. Due pesi e due misure. 

Detto questo, la gara. Ma quale libidine: il Torino di Ventura, oggi, ha a malapena regalato qualche fregola passeggera ai propri tifosi. In verità, non ci sembra, al contrario di quello che dice la vulgata, che il tecnico granata abbia a disposizione materiale di primissima qualità. Ogbonna e Bianchi sono un lusso per la cadetteria, ma per il resto di quali fenomeni l'allenatore granata dispone? Iori? Sgrigna? Ma dai. Il Torino, in ogni caso, oggi ha offerto un gioco scialbo, mediocre, ben al di sotto delle pur non eccellenti potenzialità. Se la gara di oggi fosse stato un match di pugilato tra Torrente e Ventura potremmo dire che il primo ha vinto ai punti. Sembra passato un secolo da quando l'attuale allenatore granata veniva considerato un maestro di calcio. Visto quanto ha fatto oggi il Toro, che torni sui banchi. I galletti rabberciati visti nel pomeriggio, dal canto loro, hanno disputato la solita gara dignitosa: squalificato Borghese e acciaccati Romizi e Forestieri, Torrente li ha schierati con un 4-4-2 bello abbottonato. Tra le note liete per i biancorossi c'è sicuramente la prova di Stoian, ministro barese con delega alla fantasia: è stato principalmente lui a creare grattacapi alla retroguardia piemontese, specie nel primo tempo. Bene anche Garofalo, che s'è giovato del nuovo ruolo che gli ha affidato il tecnico campano, quello di esterno sinistro di centrocampo. Male, invece, Defendi: il giorno in cui il riccioluto esterno offrirà una prova al di sopra della risicata sufficienza sarà troppo tardi. Indefendibile. 

Quindi, un punto a testa. Al Toro andava bene così. Contenti loro...ma il Bari? Troppo lontani i play-off per coltivare ancora sogni d'oro, troppo lontani i play-out per averne davvero paura, ora bisogna trovare un senso alle ultime sei gare di campionato (anche se un senso forse non ce l'hanno, per dirla con un trito ritornello di Vasco). Anyway, il numero di vittorie casalinghe raccolte sin qui resta ancora inchiodato a quota quattro. Insomma, tra le mura amiche si resta sempre a bassa quota. Forse per questo, nel campionato in corso, il galletto non è mai parso in grado di volare davvero. 

Sezione: Editoriale / Data: Sab 21 aprile 2012 alle 18:45
Autore: Diego Fiore
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