Una serata da incubo. Il Bari, al debutto in campionato contro il Cittadella, ha messo in vetrina limiti che sembravano superati. Gioco lacunoso, manovra inesistente, difesa ballerina. Il tutto, messo ancor più in evidenza dall'ottima prova dei veneti, appena tornati in serie B ma già in grado di giocarsela a viso aperto contro una delle formazioni più accreditate dell'intera cadetteria. Almeno sulla carta.

E' presto per emettere sentenze ma il 2-1 del San Nicola lascia spazio a diverse riflessioni. Tutte più o meno negative. Il Bari, costruito per primeggiare, non è stato mai in grado di rendersi davvero pericoloso se non dal dischetto con Maniero. Lo stesso attaccante campano, isolato e mal servito per tutta la gara, è apparso abulico e fuori da ogni schema. Come il collega di reparto Monachello, determinato e grintoso ma sempre e solo senza palla mentre De Luca, entrato nella ripresa, è sembrata la solita innocua zanzara.

I fischi dei tifosi (seppur contenuti) a fine match la dicono lunga sulla prova dei biancorossi, che hanno chiuso in dieci per il rosso rimediato da Romizi, energico ma troppo falloso nei suoi interventi. Una volta rimasti in inferiorità numerica, gli uomini di Stellone sono completamente spariti dal campo.

AI RAGGI X - Sono diverse le note dolenti tra i biancorossi. Male, malissimo il centrocampo, incapace di ricamare azioni degne di nota. Romizi factotum ma impacciato e confusionario in fase di possesso, come Basha, mai in partita e vistosamente in ritardo di condizione. Male anche gli esterni. Sia Martinho che Furlan non sono stati mai in grado di saltare l'uomo o di raggiungere il fondo, consumando una partita alquanto anonima nonostante il gioco di mister Stellone ponga le sue fondamenta proprio sui laterali. Bene Ivan al suo ingresso. Il giocatore arrivato dalla Samp si è messo in luce per scaltrezza e imprevedibilità oltre che per il calcio di rigore conquistato e trasformato da Maniero.

Difesa non all'altezza. Moras e Tonucci sono apparsi troppo molli ed impacciati, oltre che lenti e distratti in occasione delle reti avversarie. Bene solo Sabelli, incolore anche la prova di Cassani. E l'attacco? Assente, mai pervenuto. Qui, però, le responsabilità sono da condividere con tutto il resto della squadra, incapace di alzare il proprio baricentro e di servire a mestiere le punte, troppo isolate lì davanti.

Tempo per rimediare e rimettersi in sesto ce n'è in abbondanza, ma urge farlo in fretta. Perdere già terreno in classifica non è certamente il miglior modo per raggiungere gli obiettivi prefissati specie se, le più dirette concorrenti alla promozione, hanno già dimostrato forza e carattere. Peculiarità fondamentali di cui il primo Bari di mister Stellone è sembrato ancora carente.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 28 agosto 2016 alle 12:00
Autore: Andrea Dipalo
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