C'ha provato il Livorno ad abbassare la saracinesca. C'ha provato e non c'è riusciuto perchè il Bari, a pochi minuti dal novantesimo, ha scardinato la serratura grazie a un colpo di testa di Fedato, giocatore che, evidentemente, pur non avendo il fisico di un watusso, ha un senso del gol così spiccato da riuscire a farsi beffa di difensori spesso molto più grandi e grossi di lui. Applausi a scena aperta per lui e per Torrente, quindi, che per la seconda gara di fila ha raddrizzato il punteggio a proprio favore grazie a cambi azzeccati. L'altro giorno Romizi, oggi il veneziano. E la striscia positiva dei biancorossi sale a quota sei. 

C'è da dire che il pareggio di oggi è stato sudatissimo. I galletti infatti, pur partiti molto bene, una volta subito il gol dei toscani, sono andati in confusione: tanta la voglia di rimettere la partita sui binari giusti ma, forse proprio per la troppa foga, il Bari sembrava non riuscire più ad imbastire con raziocinio manovre di gioco degne di nota. A quel punto, ecco, nella ripresa, l'intervento del mister, ancora una volta, come dicevamo prima, deus ex machina: fuori Galano e Romizi, dentro Fedato e Bellomo. Del foggiano, che di dire: qualche buonissima discesa e non molto altro, nonostante Lambrughi gli lasciasse sconfinate praterie da solcare. Insomma, un'occasione persa per lui. Romizi, invece, non male, ma effettivamente a quel punto della partita i piedi ben educati del numero dieci pugliese potevano aggiungere capitoli nuovi alla storia, e magari un happy ending. Così è stato. In tutta onestà: il Bari stasera non meritava di perdere, e infatti non ha perso. Morale della favola: il calcio non sempre è meritocratico, ma a volte sì. Anche se Paulinho, sull'1-0, s'è mangiato una rete praticamente fatta. Gol segnato, gol subito: spesso i destini di una partita seguono i percorsi tracciati dai modi di dire. 

Cosa aggiungere? Qualche altro complimento, per esempio. A Ceppitelli, oggi nell'inedito ruolo di terzino destro, autore di chiusure e di discese puntuali. A Defendi, che da quando gioca da mezzala non smette di sorprendere. A Ghezzal che, sempre più leader del gruppo, dà, da qualche tempo, ogni volta l'impressione di poter cambiare da solo il verso della gara. E, infine, applausi per Tallo, autore di una prova di qualità e qualità. É lui il volto nuovo di un Bari che unisce l'utile al dilettevole. 

Sezione: Editoriale / Data: Gio 28 marzo 2013 alle 23:30
Autore: Diego Fiore / Twitter: @DiegoFiore1
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