La batosta subita dal Bari contro il Benevento è destinata a far discutere ancora per molto. E non potrebbe essere altrimenti: incassare quattro ceffoni in pieno volto da una neopromossa non è cosa da tutti i giorni. Specie per i biancorossi, asfaltati dai campani al termine di una partita che ha messo in vetrina tutte le smagliature di una squadra ancora alla ricerca di una precisa identità.

Male tutti, o quasi. Ma se Maniero non avesse sbagliato, ad inizio ripresa, un gol apparentemente fatto, la storia della gara avrebbe preso una piega diversa, di certo meno amara. Ma con i se e con i ma Roma non fu costruita.

Cambiando l'ordine degli addendi, il risultato... cambia eccome. Il massiccio turnover adoperato da Stellone nelle ultime due uscite di campionato ha prodotto la miseria di un punto. Poco, troppo poco per una compagine che, pur senza dichiararlo apertamente, punta dritto al ritorno in serie A. Ma il tecnico, a fine gara, ha preferito non fare drammi, scagionando i suoi ragazzi e puntando tutto sulla sfortuna e sulla condizione fisica, misteriosamente calata nella ripresa.

Ichazo, ma non solo. Tutti a sbraitare contro il portiere ex Torino, reo di aver condizionato la partita con il fallo da rigore da cui è nato il vantaggio delle streghe, che da lì in poi si sono impadronite di un San Nicola incredulo dinanzi a cotanta pochezza. Ma se Ichazo ha fatto rimpiangere oltremodo l'assenza di Micai, meglio non hanno fatto tanti altri interpreti biancorossi. Da Tonucci a Valiani, passando per Ivan, Furlan e lo stesso Maniero: il naufragio è stato collettivo. 

Gioco sulle fasce... questo sconosciuto. Uno dei limiti più evidenti del Bari si concentra sui laterali. E questo è più di un semplice problema per mister Stellone, che proprio sugli esterni vorrebbe costruire la forza della sua squadra. Mai un taglio in area, ma una verticalizzazione senza palla. Mai un uno-due che li metta in condizione di far male. Mai un cross, anche se quelli dovrebbero farli più i terzini, le cui prestazioni sono state però insufficienti. 

In attesa che i risultati diano ragione all'allenatore biancorosso,ai tifosi non resta altro da fare che sperare in una repentina sterzata. Otto punti in sei partite, con soli quattro gol fatti e ben sette subiti, non sono numeri lusinghieri. Si dice spesso che Bari meriti di più, che il Bari meriti di sgambettare su campi e palcoscenici più prestigiosi. E a rimarcare questi concetti sono gli stessi giocatori. Bene signori, è arrivato il momento di anteporre la sostanza dei fatti ai proclami. Prima che sia troppo tardi, prima che anche questa stagione diventi una delle tante, inutili stagioni vissute in riva all'Adriatico nell'ultimo decennio.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 25 settembre 2016 alle 12:00
Autore: Andrea Dipalo
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