Il day after è ancora più amaro. La sconfitta per 4-0 rimediata dal Bari in quel di Trapani ha lasciato tutti di sasso. A nulla è servita la notte appena trascorsa: la delusione è intatta, più di ieri. E non saranno le parole del tecnico e dei dirigenti a ridare pace ai tifosi, umiliati dall'ultima della classe.

Una tigre con gli occhi da coniglio. Questo è sembrato il galletto, molto meno ruspante di altre occasioni oltre che scarico, di testa e di gambe, manco il campionato fosse finito con la vittoria ottenuta sul Frosinone otto giorni fa. Presunzione, orgoglio, appagamento e superbia si sono impadronite dei giocatori di mister Colantuono, reo di aver sballato formazione e schieramento tattico ma non sufficientemente colpevole per pensare di scaricare sulle sue larghe spalle tutto il peso di una sconfitta che a qualcuno ha fatto gridare addirittura allo scandalo, tanto è stata innaturale e incomprensibile.

Che flop. A deludere sono stati tutti, escluso Micai. Indelebili nella memoria resteranno le prestazioni incolore di Floro Flores, Galano, Brienza, Suagher e Capradossi. Ma la lista potrebbe allungarsi. Citiamo loro solo perchè, gli stessi, hanno recentemente dimostrato di essere tra i più forti e i più continui a disposizione. A Trapani la loro forza è rimasta ben nascosta negli spogliatoi insieme alle palle, senza le quali si fa fatica a battere anche la squadra del quartiere, figuriamoci l'affamato Trapani di Calori. 

Si faccia mea culpa senza cercare alibi inutili e controproducenti. Il percorso di crescita può passare anche da figuracce come queste. L'importante è rialzare subito la cresta.

Sezione: Editoriale / Data: Dom 19 marzo 2017 alle 08:30
Autore: Andrea Dipalo
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