A pochi giorni dal via, il Bari riparte dunque con una nuova stagione. Dopo le fatiche estive a Roccaporena, le amichevoli e, ovviamente, il tam tam del mercato, domenica si comincia a fare sul serio. Il campo attende i suoi verdetti, anche se è un po' presto per giudicare l'operato del club, che ben si è mosso in questa fase. Per commentare il momento della squadra e dell'ambiente biancorosso, la nostra redazione ha chiesto un parere all'ex direttore sportivo Stefano Antonelli che del Bari, nonostante il recente addio, conserva ancora dei dolcissimi ricordi.

Buonasera Antonelli. La gente freme di entusiasmo dopo gli ultimi colpi di mercato ma la prestazione col Matera ha indotto molti tifosi a parlare di ultimatum. Cosa ne pensa?

"Al di là del risultato la partita di ieri è servita piuttosto a consentire ai nuovi di mettere minuti nelle gambe. Si, c'erano Rosina e Maniero, e con loro in campo ci si aspetta la vittoria ma bisogna tenere presente queste attenuanti. Ad oggi è arrivata gente con gli attributi. Capisco i tifosi che sanno di avere una squadra forte, del resto a Bari è vietato tenere un basso profilo ma credo che sia sbagliato parlare di ultimatum".

Quale la griglia di partenza a pochi giorni dall'inizio del campionato cadetto?

"Sulla carta ci sono 3-4 organici che partiranno alla pari. Più altri appena un gradino sotto. Cagliari, Bari, Spezia, Cesena, oltre a Perugia, Salernitana e Avellino. C'è grande equilibrio e per questo sarà un torneo avvincente".

E il Bari? Se volessimo dare un voto al mercato biancorosso...

"Non voglio dare voti. Mi sento ancora molto barese e penso sia doveroso non emettere sin da ora verdetti. Meglio giudicare a fine anno. E comunque l'organico così concepito era stato studiato al termine della stagione scorsa, direi che il lavoro è stato ottimo. L'80% degli obiettivi è stato raggiunto. Questo significa che si è stati veramente bravi: il presidente, il mister e Razvan".

Proprio Zamfir ha detto di voler restare qui per altri dieci anni. Quali consigli potrebbe dargli?

"Ho fatto cinque mesi fianco a fianco con Razvan. Non mi sembra giusto che io gli dia consigli. Bari? Solo chi ci è passato, può capire. Lui inizialmente l'ha vissuta da apprendista, è entrato in punta di piedi nelle dinamiche del sistema calcio italiano. Ha conosciuto dirigenti e operatori di mercato. E' una persona intelligente e da buon osservatore si è inserito a meraviglia".

Ora Nicola sembra però non avere più alibi...

"Lo scorso anno la stessa cosa valeva per Mangia quando la squadra fu costruita a sua immagine e somiglianza. Su Nicola continuo a dire che è un predestinato a fare cose straordinarie. Ai baresi dico di avere pazienza. Il mister è un valore aggiunto per la squadra, lo spogliatoio, società e per gli stessi tifosi. Gli si chiede di vincere subito ma deve essere ben presente a tutti la consapevolezza di essere guidati da un grande allenatore".

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Sezione: Esclusive / Data: Gio 03 settembre 2015 alle 20:30
Autore: Fabio Mangini
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