È stato uno dei capitani più giovani nella storia del Bari. Quella fascia l'ha sempre onorata dimostrando forte carattere ed un grande attaccamento alla maglia biancorossa. Emiliano Bigica, barese verace classe 1973, ha parlato in esclusiva ai microfoni di TuttoBari.com svariando su diversi argomenti: dal momento odierno del Bari alla sua controversa cessione alla Fiorentina, passando per il futuro societario:

Sulla cavalcata degli uomini di Alberti: "Il Bari è stato costruito tra mille difficoltà. Si tratta di una buona squadra composta principalmente da giovani più qualche giocatore esperto della categoria. Avevo visto il Bari solo a Novara: aveva problemi nel concretizzare le occasioni create. Ora ha cominciato a segnare Joao Silva e penso che si sia trovata la giusta quadratura che può portare alla salvezza, obiettivo principale del Bari. Una volta raggiunta la quota salvezza tutto il resto sarà di guadagnato".

Sulle prospettive play-off, inimmaginabili qualche settimana fa, e sui tifosi: "Sognare è lecito. Il Bari è tra le squadre più in forma del momento ma non mettiamo pressione su questa squadra che ne ha già tanta. Vivere un momento societario del genere non è facile, alcuni ragazzi sono giovani e se sbagliano ci può stare. La squadra aveva bisogno di trovare il sostegno del pubblico in un momento difficile, i tifosi stanno dando una spinta pazzesca in questo momento. Se nell'ultimo periodo il Bari non avesse avuto tutto questo supporto, probabilmente i risultati non sarebbero stati gli stessi. La sinergia tra squadra e città è la vittoria più grande che ottenuto il Bari".

Sul rapporto con i Matarrese, dichiara: "Al Bari devo tanto perché grazie al Bari ho fatto un salto importante nella mia carriera anche se contro la mia volontà. C'è stato un momento in cui sia io che Lorenzo Amoruso non volevamo andare alla Fiorentina. Siamo stati ceduti per necessità economiche, occorreva ripianare investimenti sbagliati degli anni passati tra serie A e serie B .Parlo dell'annata di Platt, Boban, Jarni e la successiva di Lazaroni. Non mi è piaciuto che in seguito ci abbiano dato in pasto ai tifosi dicendo che la nostra volontà era quella di andare via. Questo non l’ho mai accettato e non lo accetterò mai. Lo voglio ribadire perché non ci meritammo quella accoglienza che ricevemmo dai tifosi nel marzo 1996 al San Nicola in Bari-Fiorentina".

Sul fallimento pilotato di un mese fa: "Il fallimento può essere salutare per la società a patto che ci siano imprenditori che abbiano voglia di fare calcio a Bari: la città ha fame di calcio, vuole tornare ad essere protagonista. La risposta che danno i tifosi è sotto gli occhi di tutti, loro amano la squadra. Verso di loro ci deve essere sempre massima chiarezza. Ci si deve porre degli obiettivi e cercare di portarli a termine senza fare voli pindarici, promettere cose che non si possono mantenere. Se ci sono queste prerogative si può tornare a fare calcio vero a Bari. Gli imprenditori devono avere un minimo di programmazione e strutturare bene la società sin dal settore giovanile che spesso ha sfornato tanti giocatori importanti anche per fare cassa".

C'è spazio anche per ricordi degli anni con la maglia biancorossa: "A Bari ho trascorso anni bellissimi, c’era un gruppo fantastico che fu sapientemente costruito da Regalia e Materazzi. Un mix di giovani e giocatori d’esperienza come Fontana, Barone, Alessio, Protti, Gautieri e Tovalieri che in serie A si confermò con pochi innesti, conquistando una salvezza meritata ed importante. Poi l’anno dopo la squadra cominciò ad essere smantellata e nonostante i gol di Protti e Andersson, il Bari retrocesse".

Su un possibile ritorno a Bari, con un nuovo assetto societario, afferma: "Io verrei anche a piedi, sarei disponibile davanti ad un progetto serio. Bari è la mia città ed ho sempre tifato per il Bari. Penso di aver fatto del bene a questa società, alla tifoseria e alla squadra. Non so se alcuni tifosi mi hanno dimenticato. Questo mi dispiacerebbe ma comunque ricevo ancora oggi attestati di stima e di affetto. Ad ogni modo, penso che sia una buona soluzione quella di affidare i ruoli della società ad ex giocatori che sono stati beniamini della tifoseria e che conoscono bene la piazza essendoci nati e vissuti. Ci sono diversi ragazzi che hanno dato molto per il Bari e che potrebbero far fare il salto di qualità a questa società".

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ESCLUSIVA CONSENTITA, PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE TUTTOBARI.COM

Sezione: Esclusive / Data: Gio 10 aprile 2014 alle 19:00
Autore: Gianluca Sasso
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