Prima dei vari Barreto, Protti, Tovalieri e Maiellaro, c’era lui ad infiammare la platea del sempre caloroso pubblico biancorosso. Parliamo di Edy Bivi, ex centravanti friulano del Bari di Bolchi dal 1984 al 1987. Una vera punta di peso (20 gol nel torneo 1984/85, in Serie B) che, in coppia con Alberto Bergossi, regalò diverse soddisfazioni ai galletti. Riusciranno Maniero e De Luca ad emulare le loro gesta e, soprattutto, contribuire alla risalita dei biancorossi nella massima serie? Lo abbiamo chiesto in esclusiva proprio allo storico numero 7 barese.

Bari e Pescara, due tra le squadre favorite per la promozione. Che gara sarà quella del San Nicola?

“Intanto dobbiamo partire dal principio che in B partite scontate non ce ne sono. E’ un campionato molto equilibrato e sicuramente ci saranno delle sorprese. Anche se il Bari gioca in casa, la vittoria non è assicurata. Mi aspetto una partita equilibrata. Per quanto riguarda le ambizioni vedo anche altre squadre che possono centrare questo obiettivo. Gli organici sono comunque buoni, poi tutto sta nell’ambiente e nel rapporto allenatore-giocatore. Cose che, alla lunga, fanno sempre la differenza”.

La sfida con gli abruzzesi ricorda anche quella storica partita che coincise nel lontano 1985 con il ritorno in A dei pugliesi dopo 15 anni. Sua fu anche la rete del vantaggio… cosa ricorda di quel momento?

“Era l’ultima partita di campionato, ed eravamo un po’ cotti fisicamente, eravamo stremati. Il Pescara non aveva ambizioni, e la partita non fu bellissima. Ma la spinta del pubblico e le ambizioni diedero il là decisivo per vincere la gara. Le cose andarono fortunatamente come dovevano andare”.

Anche quel Bari, esattamente come questo, era partito per vincere. Poi, però, fece seguito una sfortunata Serie A...

“Credo che i tempi allora fossero sicuramente diversi. La squadra aveva della qualità, oltre che dei giocatori importanti. Attualmente giocatori di quel calibro non ne vedo. Difficile fare paragoni. Per quanto riguarda la A, il Bari ricordo prese Cowans e Rideout. Io non giocai molto, e purtroppo retrocedemmo in B. Fare la A è sempre bello, ma dal punto di vista sportivo e tecnico per me non fu un’annata buona. Alternai cose buone ad altre meno buone”.

C’era in quegli anni un leader carismatico capace di trascinare e coinvolgere il resto della squadra?

“Si, ricordo in particolare Cavasin. Era un giocatore ed una persona con carattere, era quello che dava il là alle cose. Dava quella personalità giusta per affrontare le gare. Ce n’erano, comunque, anche altri. La personalità dei giocatori comunque non è soltanto nei ruoli, ma più importante è il rapporto che si ha con gli altri e la capacità nel saper dire determinate cose al momento giusto”.

Ai suoi tempi, inoltre, l’allenatore in seconda era il compianto Biagio Catalano. Che ricordi conserva di lui?

Biagio? Una persona molto allegra, disponibile, con cui si scherzava spesso. Di solito l’allenatore in seconda è sempre colui che ha un rapporto più confidenziale rispetto a quello in prima. I giocatori andavano sempre da lui per qualsiasi cosa, facendo lui da tramite. Bravo anche ad accettare scherzi o nel dare consigli”.

Oggi ci sono Maniero e De Luca, ieri lei e Bergossi. Quale la coppia migliore?

“Non c’è paragone (ride, ndr), Bivi e Bergossi tutta la vita. Aldilà dell’amicizia che ci lega tutt’ora, era un giocatore molto tecnico, una mezza punta. Io invece ero prima punta, e c’era una buona affinità caratteriale. Valori tecnici buoni, avevamo qualcosa in più. Molto in questi casi dipende dall’atteggiamento offensivo e propositivo della squadra, cosa dalla quale gli attaccanti traggono vantaggio. Più difficile invece quando si tratta di difesa e contropiede. Maniero in B i suoi gol li ha già fatti, ma l’atteggiamento del collettivo sarà importante in tal senso”.

Pronostico per sabato?

“Non voglio scontentare nessuno, ma come ho detto prima la B è un campionato molto equilibrato. Nessuna gara è dall’esito scontato. E vada per una tripla, allora”.

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Sezione: Esclusive / Data: Gio 17 settembre 2015 alle 15:00
Autore: Domenico Brandonisio
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