Quando giunse a Bari, nel giorno della presentazione, sorprese tutti con il suo sciolto eloquio. Non pareva vero di sentire un ragazzino di vent'anni così a proprio agio di fronte a microfoni, taccuini e telecamere. E certo, a un anno di distanza da allora, Stefano Beltrame non ha perso quella dote. Domani, per la prima volta da quando è calciatore, giocherà, con la maglia del Modena, nei panni di un ex. 

Una bella emozione, Stefano: tornerai al San Nicola..."Sarà una gara come le altre, con il solito obiettivo: giocare bene. Ma poi sì, non nego che sarà emozionante tornare in quello stadio. Bari mi ha dato tanto".

L'anno scorso con i galletti hai fatto il tuo esordio nel calcio dei grandi. Non è andata come ti aspettavi. "Sì, è vero, a livello personale la scorsa stagione non è stata il massimo. Ma la squadra ha fatto un campionato incredibile e con i compagni mi sono trovato alla grande. Di Bari e della sua gente posso solo parlar bene. Ed è per questo che, nonostante abbia giocato poco e segnato solo un gol, oggi dico che quella biancorossa è stata un'avventura bellissima".

Ti senti ancora con i tuoi vecchi compagni? "Sì, soprattutto con Defendi e Polenta".

Hai capito quel è stato il segreto di quella magica ma purtroppo per voi incompiuta cavalcata? "Lo spirito di gruppo, ne sono certo. Eravamo tutti straordinariamente uniti, tutti straordinariamente desiderosi di centrare l'obiettivo. Non è andata bene, pazienza, ma nessuno mi toglierà il ricordo dell'emozione di giocare in uno stadio pieno. Sono cose che nella vita di un calciatore non accadono tutti i giorni".

Il Bari di oggi viene spesso paragonato a quello dell'anno scorso. "Quella di oggi è una buonissima squadra, quello di ieri era un gruppo straordinario".

Secondo te chi dei tuoi vecchi compagni ha le stigmate del predestinato? "Innanzitutto bisogna dire che tra quelli c'è chi ha già fatto una bella carriera. Penso a Defendi, ma anche a Calderoni. Comunque Sabelli certamente è uno che ha talento. Di Sciaudone, poi, posso dire che oltre a essere un ottimo giocatore è anche un'ottima persona. Auguro a tutti i miei vecchi compagni di continuare a far bene, se lo meritano". 

Tornando a te, pensi che Alberti e Zavettieri ti abbiano messo nelle condizioni di dare il tuo meglio? "Quello dei vecchi allenatori è l'unico argomento di cui non voglio parlare".

Ok. Ma secondo te perché tanti giovani fanno fatica a passare dalla Primavera al calcio professionistico? "Perché contro i tuoi pari età giochi a un ritmo molto più basso, con meno cattiveria. Insomma, con un altro spirito. Non è facile assorbire questo passaggio, e io lo so bene. Devo ancora migliorare sotto questo aspetto ed essere in campo molto più determinato. Ci sto lavorando".

E in questo senso Novellino è l'allenatore ideale. Lo chiamano "Martello". "Oh, il mister è fantastico, fantastico! Certo, ha dei modi un po' suoi, ma ti insegna tantissimo. E sappiamo bene che persona è".

Stefano,  ma se sabato dovessi segnare...? "No, non esulterò".

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Sezione: Esclusive / Data: Ven 03 ottobre 2014 alle 18:30
Autore: Diego Fiore
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