Ha scoperto la magia di Bari all’improvviso, accettando senza indugio la chiamata inaspettata di Gianluca Paparesta. Undici anni alla Sampdoria interrotti dal cambio societario, la voglia di rimettersi in gioco ed accontentare nuovi stimoli. Così Alberto Marangon è divenuto il nuovo Team Manager del Bari e non solo. A lui anche la carica di responsabile dell’intera area comunicativa del club biancorosso. Lo intercettiamo telefonicamente in mattinata mentre è già impegnato ad imbastire organizzazioni ed ordini nel ritiro di Pieve. Il suo telefono è caldo, la sua voglia di costruire è tornata da qualche giorno ai massimi storici.

“E' stata una cosa veloce anche per me. Tutto è cambiato da metà giugno. Io ero molto legato alla Samp, ma soprattutto alla famiglia Garrone, sia dal punto di vista umano che professionale. Ero un punto di riferimento della proprietà all'interno dell'azienda. Nonostante qualche richiesta fosse già arrivata in passato, non avevo mai preso prima d'oggi in considerazione la possibilità di lasciare Genova. Venendo meno Garrone, è caduto questo vincolo e nella mia testa ho cominciato ad aprirmi ad eventuali nuove esperienze, purché fossero stimolanti, di crescita”, le prime considerazioni di Marangon rilasciate ai microfoni di TuttoBari.com.

Stupore e proposte. Ecco quando è arrivata la chiamata di Paparesta… “Ovviamente mai avrei pensato che mi avrebbe chiamato il Bari a distanza di 20 giorni. Ai primi di luglio ho ricevuto una telefonata dal presidente Paparesta che mi chiedeva se fossi stato interessato ad approfondire l'argomento. L'ho incontrato, mi ha esposto il progetto di rinascita di questo glorioso club, mi ha convinto e coinvolto. Nel giro di una settimana abbiamo chiuso”.

Doppio ruolo, un lavoro dispendioso ma che non produce affanni preventivi nella testa di chi è abituato ad esercitare il suo mestiere con dedizione: “L'ho fatto già a Bergamo. E' una cosa molto impegnativa dal punto di vista del lavoro ma che si può benissimo fare se accanto a me è presente una struttura che mi supporti, specie a livello di ufficio stampa. In azienda c'è già Fabio Foglianese, a Bari da anni: lui mi coadiuverà sulle cose di ufficio e quant'altro. Basta sapersi organizzare”.

Se poi alle spalle si è già materializzata un’esperienza decennale alla Sampdoria, il tutto assume velleità più praticabili. Genova per Marangon è stata ben più di una semplice azienda di lavoro. Ce la racconta così… “In undici anni si vivono tantissime emozioni, sia positive che negative. Ne ho vissuti parecchi di momenti. Già una stagione ti espone ad una serie di situazioni, figuriamoci undici anni. La conoscenza di giocatori importanti, le amicizie che si instaurano, partite che rimangono impresse nella memoria e poi i traguardi: la finale di Coppa Italia, le due promozioni, il play-off di Champions League col Werder Brema. Il sunto è strapositivo. Le gioie superano di gran lunga le amarezze”.

Antonio Cassano è un capitolo a parte, pieno di aneddoti e positività… “Ho avuto la fortuna di conoscere un grandissimo giocatore con cui ho instaurato fin da subito un rapporto molto stretto di fiducia e stima. Sono aperture che lui non concede facilmente. Ma con me ed il team manager è scattato qualcosa di speciale: siamo stati i suoi amici, consiglieri, lo abbiamo tutelato dall’attenzione altissima della gente e dei media che gli davano sempre un risalto incredibile. Abbiamo poi visto crescere il suo rapporto con Carolina, la sua attuale moglie. Un rapporto poi andato avanti nel tempo. La prima persona che ho contattato dopo aver concluso l’accordo con Paparesta è stato lui. Mi ha mostrato felicità essendo lui legato alla piazza e a questa società, si è messo a disposizione nell’indicarmi dove cercare casa. L’ho sentito l’ultima volta venerdì scorso e mi ha rinnovato ancora i complimenti”.

Presente e futuro a Bari. Le prime sensazioni già pregustano floridi rapporti. “E’ un gruppo molto unito, si vede che la stagione scorsa ha fortificato l'entusiasmo. L’età anagrafica è bassa ma nonostante ciò ci sono persone che già spiccano. I nuovi non hanno avuto difficoltà di inserimento, anche questo è segno di un bel gruppo. Mister Mangia mi ha fatto un’ottima impressione come uomo, è una persona molto affabile fuori dal campo, ride e scherza con il gruppo. Poi in campo ha delle idee molto chiare, con il suo staff è molto affiatato. Per una persona nuova come me ci sono le condizioni ideali per lavorare. Tutti, in fondo, lavorano da una settimana insieme ma sembra si conoscano da una vita”.

Chi invece ha già conosciuto Marangon nel suo precedente discorso dirigenziale? “Ho conosciuto Marino Defendi a Bergamo e Jonathan Rossini a Genova. Con Antonelli, invece, non ho mai lavorato assieme ma ho rapporti di grandissima stima, ci conosciamo da tempo. Mi fa piacere che questa conoscenza si sia oggi tramutata in un percorso comune. Paparesta lo avevo conosciuto tramite le sue esperienze da moviolista Mediaset e quando lui arbitrava. Conoscenze ovviamente sempre limitate ai rispettivi ruoli”.

Marangon dove fino all’altro ieri c’era, seppur da poco, Silvia Berti. “La conosco da anni. Ha svolto alla Fiorentina il ruolo egregiamente. C’è sempre stato un rapporto d'amicizia, io stimo molto lei e lei nutre lo stesso sentimento per me. Ci siamo ovviamente sentiti per il passaggio di consegne. Aveva già iniziato alcune attività nel suo primo mese che porterò avanti io. Ci sentiremo ancora. La decisione di trasferirsi al Galatasaray? Una scelta personale, che rispetto e non commento”.

Sezione: Esclusive / Data: Lun 21 luglio 2014 alle 18:00
Autore: Davide Giangaspero
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