Quello che sta per volgere al termine è un campionato sicuramente deludente per il Bari. Sfumata la promozione diretta, anche il sogno playoff appare ormai proibitivo per i galletti, essendo l'ottavo posto distante sei lunghezze a sole quattro giornate dal termine. 

Che cosa è mancato alla squadra di Nicola e quante speranze ci sono ancora per tentare una disperata rimonta? L'abbiamo chiesto a Gionatha Spinesi, ex bomber dei pugliesi dal 1998 al 2004. Tra i vari argomenti trattati ai nostri microfoni, l'ex numero 21 biancorosso si è soffermato anche sulla prossima gara interna contro il Cittadella, senza tralasciare alcuni aneddoti relativi ai suoi trascorsi in riva all'Adriatico.  

Domani si affrontano al San Nicola Bari e Cittadella, due squadre con differenti stati d'animo. I pugliesi appaiono ormai fuori dalla lotta playoff, i veneti a caccia di pesanti punti salvezza...

"Io invece non credo che il Bari sia già fuori dalla lotta playoff. I pugliesi, così come il Catania, sono chiamati a finire il campionato nel migliore dei modi, onorandolo. Il calcio poi è strano: il Pescara attuale effettivamente sarebbe difficile da prendere, ma l'Avellino che invece è in fase calante non sembra assolutamente irraggiungibile". 

I biancorossi, cosi come il 'suo' Catania hanno comunque disputato una stagione deludente. La sorpresa, il Carpi di Castori...

"Bari e Catania, per ambizione e costruzione di rose hanno sicuramente deluso le aspettative. In Sicilia, l'aver mandato via il preparatore atletico ha forse permesso alla squadra di individuare alcune delle carenze più gravi. Il Bari invece c'ha provato, e lo ha fatto con tutte le sue forze. Sono andate male alcune gare casalinghe, tutto sommato è andato bene fuori, ma ogni volta in cui avrebbe dovuto dare quel qualcosa in più, ha puntualmente deluso. E poi, quando sei costretto a vincere, tutto diventa inesorabilmente più difficile. Il Carpi invece ha dato dimostrazione di essere una società seria, fatta di un gruppo di ragazzi disponibili al sacrificio. Il merito indubbiamente c'è, il Carpi è andato in A con tutti i meriti dalla sua parte". 

Cosa crede sia mancato al Bari di quest'anno? Solo sfortuna, mancanza di amalgama o rinforzi poco adeguati?

"A proposito del gruppo, penso che questo possa saperlo solo chi fa parte dell'entourage, non spetta a me giudicare. Sicuramente da fuori il Bari era attrezzato per l'obiettivo massimo, avendo giocatori importanti per puntare al raggiungimento della promozione. Credo inoltre sia mancata la classica punta da venti gol: senza un giocatore del genere difficilmente si possono raggiungere determinati traguardi". 

Quali invece i suoi ricordi legati alla sua esperienza biancorossa? Parliamo di 5 anni e mezzo intensi...

"I ricordi di Bari sono personalmente bellissimi. Lì ci ho passato quattro anni della mia vita, ho avuto però anche qualche delusione. Ho il rimpianto di non aver poi riportato (dopo la retrocessione nel 2000/01 in B, ndr) la squadra in Serie A, categoria  più consona alle aspettative della piazza. Credo comunque che la B di una volta fosse paragonabile ad una mezza Serie A, considerando il livello di squadre che vi partecipavano: tutte realtà poi attrezzate per il salto di categoria. Ora, invece, la cadetteria assomiglia ad una Serie C più forte. Ben otto volte su dieci chi sale è poi retrocesso o è stato dato tra i principali candidati alla retrocessione. Squadre come il Cesena quest'anno, ad esempio, fanno davvero grande fatica". 

Soprattutto negli anni di B, lei è stato uno dei cannonieri più prolifici di sempre della squadra. Come si spiega, tuttavia, la clamorosa esclusione dalla squadra nel gennaio 2004? Senza i suoi gol, il Bari andò poi incontro alla retrocessione...

"Quel che è accaduto è molto semplice: io ero il capocannoniere del campionato, e nella sessione di gennaio la società mi chiese di fare un passo indietro. La mia cessione sarebbe servita alla società per monetizzare, data anche la difficile situazione di classifica (quint'ultimo posto, ndr), e vista anche la scadenza di contratto a giugno. Per me fu un colpo durissimo, erano ormai 5 anni e mezzo che giocavo in questa squadra. Trovai comunque l'accordo col Napoli e col presidente Naldi. Poi, l'ultimo giorno di mercato, quest'ultimo mi richiamò e fece saltare tutto per difficoltà economiche. Nonostante ciò, la società disse che io non potevo comunque rientrare in rosa. Preferii mettere la mia dignità e la mia professionalità davanti a tutto, e firmai poi la rescissione del contratto. Il tutto, senza la presenza del presidente Matarrese. La soddisfazione più grande me la sono poi presa l'anno dopo: non giocai a Bari per squalifica, ma al ritorno ad Arezzo mi presi la giusta soddisfazione contro la società, segnandole contro una doppietta. Tengo però a precisare che contro i tifosi non ho mai avuto assolutamente nulla: con loro c'è sempre stato un rapporto franco e sincero". 

Un pronostico sulla gara di domani?

"Se il Bari gioca con la giusta determinazione può tranquillamente vincere. Il Cittadella è una squadra decisamente più temibile fuori casa, ma è anche vero che dovrà giocare più col coltello tra i denti. Se il Bari trovasse i giusti stimoli dovrebbe credere ancora nell'ottavo posto. In caso di mancato raggiungimento, penso si possa parlare indubbiamente di fallimento. Nessuna delle formazioni che attualmente precedono pugliesi credo sia loro superiore". 

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Sezione: Esclusive / Data: Ven 01 maggio 2015 alle 17:00
Autore: Domenico Brandonisio
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