Non basta costruire una squadra infarcita di nomi altisonanti per tentare la scalata verso la Serie A, o quanto meno un campionato di vertice. Se n'è accorto in più di un'occasione il Bari, che negli ultimi anni era dato fra le favorite alla vigilia. Un'analisi basata semplicemente sulla valutazione della rosa, prima che il campo esprimesse verdetti ben diversi

La scorsa stagione, per esempio, sia con Stellone che con Colantuono, a mancare è stato proprio il gioco corale. Giocando male, o comunque non esprimendo un calcio effervescente, puoi vincere alcune partite, ma non dominare un campionato. Sembra averlo capito Fabio Grosso, che alla sua prima esperienza da allenatore di una prima squadra non vuole lasciare nulla al caso. Il tecnico del galletto, fin dal primo giorno di ritiro a Piné, ha fatto lavorare la squadra con il pallone, mandando subito un chiaro messaggio.

Il gioco del Bari nell'annata 2017/18 sarà improntato su un possesso palla veloce, di stampo guardiolista. Il tecnico catalano, negli anni alla guida del Barcellona, ha permesso la diffusione in Europa del termine Tiqui Taca, per molti divenuto un giro palla ai limiti dello stucchevole. Grosso dovrà essere bravo ad inculcare ai suoi l'idea di un possesso palla finalizzato alla verticalizzazione, visto che le soluzioni offensive, con l'esperienza di Floro Flores e Nené, non mancano certamente.

Sezione: Focus / Data: Mer 19 luglio 2017 alle 21:30
Autore: Davide Rega
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