In casa Bari, come in tutto il resto del Mondo, ci si prepara ad archiviare un altro anno, per molti difficile, per altri meno. Per ciò che riguarda i colori biancorossi, il 2013 è stato un anno amaro, triste, forse il più triste da cent'anni a questa parte. E il motivo è presto detto: i tifosi del galletto, al di la delle performance sportive della squadra che non sono state di certo esaltanti, aspettano con ansia, e da tempo, un cambio di rotta, e di presidenza, che proprio in questo 2013 sembrava potersi concretizzare. Alla fine, però, son rimasti solo fichi secchi, per tutti. Ma andiamo con ordine.
Inizio maggio 2013. Due imprenditori, di cui uno barese, vogliono acquistare il Bari Calcio. Mentre la squadra si appresta a chiudere la stagione agonistica, conclusa con una meritata salvezza, il popolo biancorosso si risveglia, e inizia a sognare: Paolo Montemurro e Luigi Rapullino, uomini d'affari interessati al club barese, escono allo scoperto, dichiarando ai quattro venti di voler prelevare la società. Tra i tifosi divampa la felicità: dopo anni d'angoscia, dopo tantissimi, forse troppi, tentativi di cessione andati in fumo, quella appena iniziata dal duo Montemurro-Rapullino sembra davvero essere la trattativa giusta.
I giorni passano, come i mesi, e quello che è purtroppo successo lo sappiamo tutti: tra una scaramuccia e l'altra, le parti non trovano l'accordo: tra domanda e offerta non c'è feeling. La trattativa vive settimane angoscianti, che sfiancano e stressano tutta la città, tifosi in primis. Non tutto, però, è perduto. Gli acquirenti sembrano davvero determinati così come anche la famiglia Matarrese, decisa forse come non mai a cedere il club che per oltre trent'anni ha governato. Nonostante le difficoltà, i rinvii, le indecisioni e le perplessità delle parti in causa, la trattativa si trascina sino a metà luglio, quando arriva, purtroppo, la tanto inattesa rottura ufficiale. Il motivo? Stando alle dichiarazioni dei protagonisti, le responsabilità del mancato accordo sono da attribuire alla controparte. Il duo Montemurro-Rapullino accusa la famiglia Matarrese di non aver mai dato garanzie sul pagamento dei debiti presenti in bilancio, di cui la stessa proprietà aveva dato parola. Dall'altra parte, la famiglia Matarrese, nella persona dell'Onorevole Antonio, punta il dito nei confronti dei potenziali acquirenti che, secondo l'ex presidente della Figc, non sono mai stati nelle condizioni di onorare gli accordi, presunti, sul pagamento del corrispettivo stabilito (circa 12/13 milioni di euro). Tra un'accusa e l'altra, si arriva all'addio. Le parti, entrambe offese, abbandonano la trattativa, chiusa ufficialmente da Antonio Matarrese con una battuta che, di certo, resterà nella memoria di tutti coloro che, questa trattativa, l'hanno seguita con interesse, e speranza: "I matrimoni non si fanno con i fichi secchi". Facile dedurre il significato di questo intervento: Montemurro e Rapullino, secondo l'Onorevole, hanno provato ad acquisire il Bari Calcio praticamente senza soldi, pretendendo di pagare il prezzo stabilito in dieci anni e alle loro condizioni. Cosa inaccettabile per la famiglia Matarrese, che ha così chiuso la porta in faccia ai due facoltosi imprenditori, poi svaniti nel nulla.
Quello che è successo subito dopo la chiusura della trattativa è sotto gli occhi di tutti. La società, in piena crisi finanziaria, si trascina verso il nuovo campionato (quello in corso) con tanti dubbi e poche certezze. Le casse societarie sono alla stremo, e la dirigenza biancorossa, abbandonata a stessa, mette su una squadra di giovani giocatori in cerca di visibilità e dalle pretese economiche alla portata del povero galletto. Inizia la stagione, già segnata dall'addio di Carmine Gautieri (erede designato di Vincenzo Torrente, nel frattempo scappato a Cremona). Al posto dell'ex Roma, Guido Angelozzi affida la panchina a Roberto Alberti e ai suoi discepoli (Nunzio Zavettieri e Giovanni Loseto), visti sin da subito con occhio ostile dalla tifoseria biancorossa. Tra una penalizzazione e l'altra, i neo tecnici iniziano il campionato, che al termine del girone d'andata vede il Bari in quindicesima posizione. Non male, dice qualcuno, ma non la pensano tutti così.
Questo, in estrema sintesi e senza spingerci volutamente nei particoli, è stato il 2013 del Bari Calcio. Un anno triste, l'ennesimo, e a farne le spese, come sempre, sono i tifosi, che dopo il deludente epilogo della trattava di cessione, si sono quasi arresi a quello che sembra, anno dopo anno, il loro triste destino. Ma l'amore, quello vero, resta eccome, e lo possiamo certificare grazie anche al seguito di cui gode il nostro giornale on-line, a dimostrazione che, diserzione a parte (stadio 'San Nicola' sempre più vuoto) i tifosi e gli innamorati del Bari Calcio resistono ancora, nonostante tutto. E continueranno a farlo, forse in eterno, perchè al cuore non si comanda, e al Bari i tifosi non rinunceranno mai. Buon anno...
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