Che fine ha fatto Salzano? La parabola in discesa dell'ex Crotone

Quando il Bari ha riconfermato Aniello Salzano, tutto lasciava presupporre che questa sarebbe stata la stagione del riscatto per l'ex mezz'ala del Crotone che, tra alti e bassi, aveva avviato la sua avventura in biancorosso a gennaio scorso.
Dopo un buon impatto, Salzano è rimasto intrappolato nel vortice delle prestazioni senza capo nè coda del Bari e qualche problema fisico gli ha impedito anche a più riprese di interpretare il ruolo nella maniera migliore. A giugno Colantuono è andato via e alla ripresa dei lavori non è mancata qualche polemica proprio tra Salzano e l'ex allenatore. Ricapitolando in breve, il centrocampista sosteneva errori da parte del tecnico in fase di gestione e il tecnico, senza mandarle a dire, ha consigliato a Salzano di "farsi un esame di coscienza e valutare le gestioni personali".

Polemiche a parte, Colantuono è andato via e Salzano è rimasto. Fabio Grosso gli ha subito dato le chiavi del centrocampo nel ruolo di mezz'ala sinistra, affidandogli tutti gli esperimenti di metà campo sin dai turni di Tim Cup.
Nelle due gare contro Parma e Cremonese, Salzano ha giocato tutti e 180 i minuti a disposizione, segnando anche un gol, e offrendosi con generosità alla causa, dando spesso anche una mano a Basha in fase di impostazione. Sulla falsa riga della coppa è iniziato il campionato, con Salzano titolarissimo per le prime tre sfide. Quella con il Venezia, persa in casa 0-2, è stata letale: Salzano non ha inciso e a metà ripresa è tornato in panchina.

Da lì in poi Grosso ha provato Busellato al suo posto e si è accorto non solo di avere a disposizione un centrocampista in ottima forma, ma anche di averne uno che, pur non avendo le proprietà di palleggio di Salzano, è in grado di dare una forte mano alla difesa e una notevole corsa. Cosa che in questo momento ha accantonato il ruolo di primo piano che si aspettava Salzano, retrocesso a panchinaro e in campo solo per un minuto dalla terza giornata in poi.