Tredici volti nuovi (più i cavalli di ritorno Sabelli e Gomelt) sono il segnale che l'ennesima rivoluzione è servita ai tavoli biancorossi. Senza imbellettarla con lustrini e paillettes, Sogliano Stellone hanno costruito la squadra reclutando per lo più uomini reduci da annate deludenti. Una linea che ben si sposa con la politica low cost di Giancaspro. Ora però sarà come sempre il campo a stabilire la compatibilità tra le scelte fatte e le ambizioni manifeste.

IN PORTA Per il terzo anno di fila, si rischia di rivedere l'ennesimo estenuante dualismo tra portieri. Non scherziamo: Micai è giovane, bravo e, in più, visto che pecunia non olet, il suo cartellino è di proprietà del Bari. Ci perdonerà Ichazo, ma è sul mantovano che i biancorossi devono puntare.

IN DIFESA La coperta è corta. Non cortissima, ma nemmeno abbastanza lunga da non temere che lì nelle retrovie, prima o poi, qualche porzione di campo resti al gelo. Dirige l'orchestra il maestro Moras e, a seguire le sue indicazioni, tanti volti nuovi: due giovani da lanciare nel professionismo (Capradossi e Scalera), un figliol prodigo (Sabelli), un terzino mancino puro (Daprelà) e un terzino destro in grado di giocare anche a sinistra e al centro (Cassani). Nella passata stagione, la via crucis del Bari partì dalle fasce laterali e il Golgota venne raggiunto nel rush finale: a Stellone il compito di mettere in sicurezza una retroguardia che oggi sembra cigolare soprattutto sul proprio lato mancino: ma se lì si limitano gli spifferi, forse si è a cavallo. 

A CENTROCAMPO É senza dubbio il reparto più problematico. E non perchè manchino munizioni, quanto perchè l'arsenale ha forma e sostanza piuttosto nebulose. Qualora non venga abiurata la linea a 4, Brienza e Ivan faticheranno non poco a trovare uno stabile asilo. Gli stessi Valiani e Boateng, un'intera estate in sala d'attesa salvo poi scoprire che ogni volo era stato cancellato, paiono uomini adatti più al 4-3-3. Quanto a Fedato, vien naturale immaginare il suo estro a distanze non troppo siderali dalla porta avversaria. Detto tutto ciò, Furlan è davvero un ottimo colpo e Martinho non dovrebbe aver dimenticato come si gioca a calcio: il buon funzionamento del meccanismo del centrocampo dipenderà principalmente dalle muse di queste ultime due lancette. In mezzo, Basha, Fedele e Romizi dovranno far legna. Quanto alla costruzione del gioco, non è chiaro dove verrà delocalizzata. Sulle fasce? Dietro la prima punta? Chissà. Per il ruolo di sorpresa, invece, si candida Curtis Yebli.

IN ATTACCO La prima punta: a Bari, un mestiere difficile, ma qualcuno lo dovrà pur fare. Ci riproverà Maniero, reduce da una stagione così così. Capitolo De Luca: l'ambizione di Sogliano è, evidentemente, quella di rilucidarne le qualità che aveva ammirato ai tempi del Varese. Poi c'è Monachello, che a 22 anni ha già cambiato otto squadre (senza considerare i trascorsi nelle giovanili di Inter e Parma) girando mezza Europa. Infine Castrovilli, su cui il mister vuole e, per forza di cose, dovrà puntare, considerando che le opzioni lì davanti son pochine. Scommesse da vincere, carriere da rilanciare, talenti da svezzare o da mettere a nuovo: non vale solo per l'attacco. Questa è la rosa che Sogliano è riuscito a costruire. Ora bisogna farne una squadra. Non sarà semplice.

Sezione: Focus / Data: Ven 02 settembre 2016 alle 06:20
Autore: Diego Fiore
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