Una maglia da rilanciare. La più importante di tutte nell'immaginario dei romantici. La 10 disegna calcio, indica il leader tecnico di un gruppo, l'anima istintiva di una squadra. Fu un 10, Barreto, ad animare, pur a correnti alterne, l'ultimo Bari in Serie A. Poi un gran susseguirsi di nomi, speranze, talvolta vane o semplicemente troppo brevi. Come quelle riversate su Forestieri, argentino peperino, onesta seconda punta ai tempi di Torrente in prestito dall'Udinese, durato soltanto una stagione prima del trasferimento in Inghilterra, dove tuttora raccoglie discreti consensi.

Certamente più barese il volto di Nicola Bellomo, protagonista nella stagione successiva di un campionato particolarmente esaltante dal punto di vista personale. Le attenzioni del Chievo (e del Torino) furono il meritato premio all'ascesa di uno degli ultimi canterani davvero promossi in prima squadra.

Lugo fu, a sorpresa, il prescelto nella meravigliosa stagione fallimentare. Non proprio un protagonista il paraguayano, fatta eccezione per una discreta ispirazione nella battuta delle punizioni. Molto meglio Galano in quella stagione che, guarda caso però, appena tramutatosi in dieci l'anno dopo, non emulò i fasti dei mesi precedenti (a scanso di equivoci, per la sua seconda avventura barese ha scelto l'11...).

Malino pure De Luca, poco incline alle giocate decisive nel suo anno e mezzo con la dieci. Toccherà a Greco, almeno da qui a fine stagione, trattare con onore ed esperienza un'investitura delicata. Non una punta come i suoi predecessori, nè un trequartista, ma un profilo più equilibrato. Un nuovo approdo, si spera anche un diverso risultato.

Sezione: Focus / Data: Ven 03 febbraio 2017 alle 21:30
Autore: Davide Giangaspero
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