Vittorie come quelle contro l'Avellino sono perfette per mandare in sollucchero i tifosi biancorossi. Innanzitutto perchè, e si perdoni la banalità, sconfiggere degli storici rivali è più gustoso; soprattutto, poi, uscire dal campo col bottino pieno dopo un'aspra battaglia affrontata a ranghi ridotti offre facili appigli ai cantori di gesta eroiche. Posto dunque che la gara di sabato potrebbe essere davvero un crocevia della stagione, il rischio è di sovradimensionare la prova - certamente positiva - dei galletti per trarne conclusioni frettolosamente ottimiste. Sarebbe un peccato mortale. Contro gli irpini, infatti, oltre a qualche piacevole sorpresa come il gagliardo esordio di Scalera, si sono visti al microscopio, a livello individuale,  le solite note dolenti e i soliti punti di forza. 

COSA FUNZIONA E COSA NO - Micai, Fedele, Brienza. Sabato scorso i migliori in campo sono stati gli uomini sin qui più convincenti della stagione biancorossa. Una piacevole conferma, ma anche la dimostrazione che quest'anno in casa Bari il film di Natale è Ricomincio dai tre e che altri futuri possibili punti fermi per il momento non se ne vedono. O forse sì: tra i tre litiganti (Di Cesare, Moras e Tonucci) della batteria centrale della difesa, potrebbe godere il promettente Capradossi, anche alla luce dei tanti acciacchi e del rendimento altalenante dei compagni di reparto.

RIVOLUZIONE? - Due gol su azione Maniero, due gol su azione De Luca, due gol su azione Monachello. I numeri dell'attacco biancorosso sono spaventosamente miseri. Altrettanto preoccupanti i numeri ma soprattutto le prestazioni degli esterni offensivi arrivati in estate in funzione del 4-4-2 di Stellone. Anche in questo senso, dunque, la gara contro l'Avellino non ha fatto altro che confermare quanto si sapeva già. Ma allora cosa fare? Armarsi di pazienza o armarsi di nuove frecce? É anche attorno a questo dilemma che si delineeranno le strategie del mercato di gennaio. 

LA CURA COLANTUONO - Se c'è un merito che va attribuito al tecnico biancorosso è quello di non aver mai mandato in campo una squadra arrendevole. Blackout spaventosi come quelli visti durante la precedente gestione, insomma, ancora non se ne sono visti, anche se va detto che veri lampi di luce solo il succitato Brienza è riuscito a sprigionarli. Altro merito dell'allenatore romano è quello di aver messo in soffitta il miope dogmatismo del predecessore: il Bari attuale è un sinuoso camaleonte in grado di modellare le proprie forme sulla base delle circostanze e degli avversari. 

PROSPETTIVE DI MERCATO - Tutto lascia immaginare che il calciomercato invernale dei galletti punterà forte su giocatori eclettici, in grado di adattarsi a diversi moduli e di interpretare più di un ruolo. Il cambio di guida tecnica d'altronde ha tracciato un solco. Qualcuno - non senza ragioni - potrebbe dire che questa squadra ad oggi non ha identità tattica precisa: però, è innegabile, ha un cuore, ha un'anima, e forse è questa, a pensarci bene, la più bella notizia che la gara contro l'Avellino ha dato all'ambiente biancorosso. 

Sezione: Focus / Data: Ven 23 dicembre 2016 alle 14:00
Autore: Diego Fiore
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