"Quando sono arrivato in A con la maglia nerazzurra, avevo fame, grinta e voglia di arrivare. Poi è evidentemente subentrato dell'appagamento ma nell'ultimo periodo sto recuperando quella determinazione perduta". Parole e pensieri di Giuseppe De Luca, attaccante in cerca di gol ma soprattutto di quell'identità smarrita proprio quando, la sua carriera, avrebbe dovuto spiccare un volo non ancora decollato. 

Provato probabilmente dalle eccessive pressioni, il numero dieci biancorosso ha sin qui deluso le attese. E il riferimento non è solo alla stagione in corso. In fondo, lo ha ammesso lui stesso: "Ho perso la fame". Fortuna che il passaggio immediatamente successivo è stato "ma nell'ultimo periodo sto recuperando quella determinazione perduta". Una bozza di ottimismo, una parvenza di rivalsa. Ben venga, visto lo score attuale.

Il Bari ha bisogno di lui, come di tutti gli altri. Ma della zanzara in particolar modo. Il suo ruolo in rosa è centrale, vitale per far funzionare al meglio un attacco sin qui deludente e poco prolifico. E' evidente, però, che per ben interpretare la sua parte, De Luca debba cambiare quanto prima registro. E' tempo di ripagare la fiducia in lui riposta in questi anni. Anche dallo stesso Colantuono, che gli ha subito consegnato una maglia da titolare. Il tecnico conosce il piccolo attaccante, e vuole rilanciarlo. Spetta a De Luca dimostrare con i fatti di valere i colori che indossa. Per il bene suo e dei tifosi, stanchi di vederlo trotterellare in campo senza grosso costrutto.

I prossimi saranno mesi decisivi. Dovesse steccarli come fatto con i due anni e mezzo precedenti, per De Luca, la tanto ambita serie A, diventerebbe un miraggio a prescindere dal fatto di essere sotto contratto con l'Atalanta. D'altronde, i nerazzurri, prestandolo per ben tre anni di seguito al Bari, hanno già dimostrato di non credere molto nelle sue potenzialità. All'attaccante l'onere di smentire loro e quanti oggi, comprensibilmente, provano poca fiducia nei suoi confronti.

Sezione: Focus / Data: Ven 18 novembre 2016 alle 21:15
Autore: Andrea Dipalo
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