Da calciatore ha dettato legge nel ruolo. Almeno così è stato al Mondiale 2006 quando notti tedesche memorabili lo hanno collocato nella storia di questo sport. Fabio Grosso, poi, ha vinto scudetti con Inter, Juventus e Lione, sempre sulla corsia mancina, infaticabile binario di poderose sgroppate a servizio delle sue squadre. Cosa troverà adesso da allenatore a Bari? Innanzitutto qualche problema proprio in quella zona del campo lì. Che si parli di fascia destra o di sinistra, di Sabelli (infortunato) o di Morleo (sottotono nei suoi primi mesi a Bari), dovrà essere elevata l'operatività dell'ex tecnico della Primavera bianconera per ridare alternative e fiducia ad un gioco esterno sempre piuttosto in difficoltà negli ultimi anni in cui si sono alternati volti assai enigmatici. Da Donkor a Cissokho, passando per Jakimovski, Salviato, Del Grosso e Gemiti (poi, in verità, protagonisti altrove), non son mancate le sfide perse.

La speranza allora è che proprio Grosso possa costituire un valore aggiunto in questo senso. Chi meglio di lui potrà suggerire movimenti e caratteristiche. In bilico peraltro restano le posizioni di un paio di calciatori di proprietà apparentemente distanti in questo momento dal progetto e opposti per carta d'identità: l'esperto Cassani e il giovane Doumbia (tornato dal prestito di Vicenza) attendono infatti notizie. Convinceranno Grosso a offrir loro una nuova chance? Intanto si fa sempre più insistente il nome di Rogerio, che l'ex terzino azzurro conosce evidentemente molto bene per averlo allenato nel biennio a Torino. Sarà lui probabilmente una delle prime risposte ai mali esterni del Bari.

Sezione: Focus / Data: Mar 20 giugno 2017 alle 20:00
Autore: Davide Giangaspero
vedi letture
Print