Gli anni novanta del secolo scorso hanno costituito una delle parentesi più fortunate, calcisticamente parlando, per Bari ed il Bari. Tanti, infatti, sono i giocatori giunti ed esplosi in riva all’Adriatico dal 1994 al 2001: basti pensare a gente come Protti, Tovalieri oppure a celebri nazionali stranieri come Kenneth e Daniel Andersson, Ingesson o Masinga. Stagioni in cui i galletti si sono spesso tolti grandi soddisfazioni, anche a spese di squadre blasonate.

Ma i trascorsi baresi di quegli anni sono ricordati con enorme piacere anche da calciatori poi rivelatisi autentiche meteore. Come ad esempio Pascual Renato De Gregorio, centravanti cileno approdato in Puglia a fine 1999 assieme al connazionale Jaime Valdes. E se il secondo riusci lentamente ad entrare nel cuore dei tifosi biancorossi, l’ex Audax Italiano in tre anni - tra il 1999 ed il 2001 - fu capace soltanto di realizzare 3 reti in sole 11 presenze.

 “Il mio trasferimento in Europa sorprese molto – riporta il sito chile.as.com - però ero personalmente reduce da una grande stagione ed ebbi un’offerta importante anche dalla Francia (lo cercò il Lille, ndr). Difatti, lo stesso Tito Fouilloux (bandiera cilena anni ’70 del club francese, ndr) mi consiglio fortemente questa soluzione. C’era anche la possibilità di andare al Colo Colo ma alla fine scelsi il Bari, che accettai con grande entusiasmo nonostante non fosse un club di prima fascia. Una volta fui marcato da Lilian Thuram e stavo quasi per far gol a Buffon.  E la parata che fece su di me, è ancora adesso una delle migliori dieci della sua carriera. Resto dell’idea comunque che in Europa sarei potuto arrivarci molto prima”

Il suo periodo di militanza nel Bari coincise, tra le varie cose, con l’esplosione di un giovane Antonio Cassano: “Aveva diciotto anni quando mi portarono al San Nicola per assistere alla gara contro l’Inter. Lui fece gol, ed il suo valore di mercato schizzò alle stelle. Cercavo sempre di dargli consigli, ma non mi ascoltava mai, non dava peso alle mie parole. Al suo grande talento contrapponeva atteggiamenti comportamentali discutibili: Una volta penso bene di buttare alla rinfusa sul tavolo degli spaghetti. Nemmeno il presidente riusciva a frenarlo. Ma dato il suo grande talento tutto gli era concesso, poiché costituiva un’ importante risorsa economica per il club”.

Nonostante il suo scarso impiego in campo da parte di mister Fascetti, De Gregorio fu comunque un’ottima spalla per il connazionale Valdes, che inizialmente faticò molto ad adattarsi alla realtà del calcio italiano. “El Pajarito (soprannome di Valdes, ndr) non sapeva una parola di italiano. Cercavo sempre di aiutarlo – spiega -  soprattutto quando ebbe un grave incidente con suo fratello o in occasione dello scandalo delle ‘luci rosse’. Ero sempre io colui che cercava di mediare e far comprendere le sue ragioni alla dirigenza, spiegando realmente come andassero le cose. Potrei definirlo un amico e buon compagno di squadra, pur non avendo con lui un rapporto stretto”. 

Sezione: Gli ex / Data: Mer 05 agosto 2015 alle 08:45
Autore: Domenico Brandonisio
vedi letture
Print