Lorenzo Amoruso si è sempre dimostrato, fin da calciatore, un profilo dal carisma eccezionale. Divenuto in carriera capitano dei Glasgow Rangers (il primo cattolico in una società storicamente protestante), l'ex difensore biancorosso non disdegnerebbe oggi un'avventura dirigenziale di livello.

In esclusiva ai microfoni di TuttoBari.com, svela: "Sono abilitato per essere allenatore e direttore sportivo. Ultimamente ho esercitato maggiormente quest’ultima mansione. Un ritorno a Bari? Sarebbe una sfida importante perché Bari merita il meglio. Se capitasse l’occasione per lavorare a Bari non vedo perché dovrei rifiutare. È la citta in cui sono nato, dove ho raggiunto i primi traguardi e non ci sarebbe alcun tipo di problema ad accettare questa sfida: cercare di portare il Bari dove merita, cioè a livelli alti, dove ci starebbe benissimo. Basti pensare ad Atalanta, Parma, Verona: città meno importanti e più piccole di Bari che riescono a recitare un ruolo importante in Serie A".

C’è spazio per qualche ricordo con la maglia del Bari: "La mia cessione è servita per ripianare debiti accumulati negli anni precedenti quando il Bari si era esposto tanto in fase di mercato. Chi è nato a Bari come me, avrebbe voluto raggiungere traguardi importanti con la maglia biancorossa. Questo purtroppo non è stato possibile ma io sarò sempre grato alla società, ai tifosi e al club che mi ha fatto debuttare nel calcio che conta. Il più bel ricordo è stata la promozione in serie A nel 1994. Nessuno ci dava per favoriti perché in rosa c’erano molti ragazzi sconosciuti provenienti dalla serie C. Prima del campionato, i giornalisti ci sbeffeggiavano mettendoci in zona retrocessione: ricordo bene che in ritiro a Mezzano di Primiero, prendemmo i giornali e decidemmo tutti insieme di smentirli con i risultati sul campo. Facemmo un patto fra tutti, volevamo fare bene, avevamo solo bisogno di fiducia. Materazzi ebbe il coraggio di schierare una squadra di giovani mezzi sconosciuti e i fatti ci diedero ragione perché alla fine arrivammo secondi dietro ad una Fiorentina incredibile che nel proprio organico aveva calciatori come Batistuta ed Effenberg. Ciò fa capire quanto eravamo forti all’epoca".

Sull’eventualità che i tifosi baresi l’abbiano dimenticato: "La gente di Bari sa quel che ho dato io per la maglia, sa cosa ho lasciato sul terreno del Della Vittoria prima e del San Nicola poi. Credo e spero si tratti solo di una questione di ruolo. Il problema è che spesso i tifosi ricordano gli attaccanti perché loro fanno goal, quindi sono privilegiati. Ma questo non succede solo a Bari. Anche a Firenze e in Scozia e così ma comunque di me hanno un ottimo ricordo. Quella che avevamo era una difesa fortissima : oltre me, c’erano Ricci, Mangone, Montanari, Tangorra e Fontana in porta. Concedevamo poco o nulla agli avversari. In uno sport di squadra, se la difesa funzione bene, tutti gli altri ne traggono vantaggio".

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ESCLUSIVA CONSENTITA, PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE TUTTOBARI.COM

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 16 aprile 2014 alle 20:30
Autore: Gianluca Sasso
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