Di docce gelate, nell'ancor tenera carriera da presidente, Gianluca Paparesta non ne aveva mai accumulate di così ravvicinate. La prima, a sfondo benefico, per il celebre Ice Bucket Challenge; la seconda, ieri, immortalata dalle telecamere, appena 33 secondi dopo il gong finale del mercato. Tanto è bastato all'ex arbitro internazionale per entrare da diretto protagonista in una storia di colpi last minute sfumati e porte chiuse all'Ata Hotel che negli anni ha mietuto vittime eccellenti e pirotecnici epiloghi. L'oggetto del contendere, questa volta, è stato un portoghese di Tirso, mansueto e abituato a fare le cose con calma, troppo, specie fuori dal campo. Non è bastato nemmeno il guizzo da sprinter di Gianluca Paparesta a rimediare ai tentennamenti di Joao, convintosi quando, ormai, i tempi tecnici per l'affare erano ormai sfumati. Cosa è successo al Bari? Quali i risvolti di una giornata, quella di ieri, rivelatasi decisamente più scoppiettante del previsto?

Tutto inizia nelle prime ore di lunedì. Il Palermo rompe gli indugi e sceglie Joao Silva su precisa richiesta di Iachini, rimasto impressionato dalla duttilità dell'ex Everton durante il campionato scorso. Il Bari apre alla trattativa, il Palermo offre Lores, ma Antonelli rifiuta e chiede solo soldi. E' tardo pomeriggio quando Bari e Palermo decidono di sedersi al tavolo assieme al procuratore del calciatore, l'onnipresente Davide Lippi. Alle 18.50 proprio il figlio dell'ex commissario tecnico della nazionale interviene ai nostri microfoni confermando le trattative: "Ci stiamo lavorando". Pochi minuti dopo Bari e Palermo trovano l'accordo sulla base di un trasferimento, pressoché definitivo, a 1 milione di euro. Una plusvalenza netta per il Bari, che aveva acquisito il calciatore a zero solo dodici mesi fa.

Tutto fatto, o quasi. Il grosso è compiuto, ma Joao Silva non è convinto. E' legato alla piazza di Bari, si è ambientato, in fondo, dopo lunghe settimane di critiche e difficoltà. Non si capacita di come da gran protagonista di una cavalcata quasi trionfale sia divenuto, improvvisamente, riserva fissa e uomo-mercato in uscita. Non si aspettava di essere messo in discussione dopo che il Bari aveva già rispedito per lui al mittente, ad inizio estate, un'offerta meno sostanziosa, ma sempre del Palermo. Dubbi, perplessità, che bloccano tutto. Il mercato del Palermo, che nel frattempo deposita in Lega il contratto di Makionek, e anche quello del Bari a cui viene offerto, tra gli altri, il polacco Zachara, gran protagonista della stagione 2013/2014 in patria.

Cinque minuti alle 23 e arriva il sì di Joao Silva. Bari-Palermo, si fa. Diesse e calciatori firmano il contratto, arriva un documento nelle mani di Paparesta che improvvisamente sfugge fra i giornalisti ed entra nella sala depositi. Poco prima, stessa sorte, era toccata ad Antonelli, ma per Albadoro, finito effettivamente al Matera. Colpo di scena: il Bari non ha depositato in tempo il contratto di Joao Silva. E, al contempo, ha già declinato l'invito per Zachara.

Cosa sarebbe successo se Joao fosse effettivamente passato in Sicilia? Nel corso del pomeriggio, Antonelli si era già confrontato a lungo con Mangia su una serie di nomi nazionali e internazionali. Nessuna intesa, non sarebbe stato altro che il polacco, dunque, l'alternativa nel ruolo, bloccata da Joao Silva che, restando a Bari ha evitato una falla sull'attacco biancorosso ormai inevitabile al momento, estremamente tardivo, del sì del lusitano al Palermo. Tempi stretti, col rischio frittata, anche tecnica, sfiorata. L'attacco, in fondo, andava bene così. E' andata bene così.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mar 02 settembre 2014 alle 16:30
Autore: Davide Giangaspero
vedi letture
Print