Un po' Kamata pare sul serio. Analogia ricorrente quando, a Bari, un nuovo esterno di colore si affaccia sulla scena. Ha strappato consensi, pur nell'esigua porzione di partita contro il Trapani, l'estro di Souleyman Doumbia, mancino parigino prelevato a campionato iniziato dall'occhio vigile di Sogliano. Qualche ora fa a sponsorizzare il profilo dell'ex Psg è stato anche il capitano Moras, "ha qualità, è giovane e ci potrà dare una mano. Si deve adattare con la lingua, presto potrà essere un tassello importante per noi". Una benedizione chiara, di chi sta iniziando a conoscere sul serio, negli allenamenti di tutti i giorni, il passo del mancino che a Bari potrebbe ricoprire il doppio ruolo di esterno basso e alto. Anzi, col passare dei giorni, è cresciuta la sensazione che Doumbia possa fare qualcosa di esaltante soprattutto in fase offensiva, in attesa di un più pieno ambientamento con i dogmi del calcio italiano. Una freccia, quindi, da sfruttare per ora in partite che hanno bisogno di brio e scosse. Anche al Piola, Doumbia partirà probabilmente dalla panchina, pronto a subentrare in caso di necessità.

I PRECEDENTI - Una storia non banale, dicevamo, circa il vento di origine africana soffiato nell'ultimo decennio sulle fasce del Bari. Riconoscibile e vincente fu quello di Kamatà, tra i massimi protagonisti della promozione con Conte in panchina (dove, curiosità, un altro Doumbia fece capolino per qualche settimana, prima del taglio di gennaio). Alvarez - honduregno, ma parente per caratteristiche dei suoi colleghi - fu letale nelle strategie offensive di Ventura. Senza infamia e senza lode l'esperienza con Torrente di Cavanda, certamente meno punta di Tallo, arrivato in inverno dalla Roma e impiegato talvolta esterno. L'anno passato Cissokho ben impressionò in una delle sue primissime uscite con la maglia del Bari per poi perdersi goffamente fra misteri e polemiche.

Sezione: Focus / Data: Mar 25 ottobre 2016 alle 11:00
Autore: Davide Giangaspero
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