“Evidentemente non mi sono spiegato bene con i calciatori. Oggi avevo chiesto altro”. Si è concluso così l’intervento post Novara-Bari di Roberto Stellone davanti alle telecamere. E’ la seconda volta (successe anche dopo la debacle di Frosinone) che il tecnico biancorosso dichiara di non aver avuto dai suoi le risposte che si aspettava. Tra allenatore e parte del gruppo sembra essersi rotto qualcosa: i calciatori, a partire dalla gara del Matusa, non giocano più con l’intensità richiesta dal trainer laziale. Anche nel 3-0 al Trapani, al cospetto di un avversario in difficoltà, i biancorossi non hanno mostrato le trame intraviste nelle giornate precedenti (in particolar modo con Entella e Brescia) ma in quell’occasione contavano solo i tre punti.

A Novara è arrivata la peggiore prestazione stagionale, in particolar modo dal punto di vista caratteriale. Le assenze di Brienza, Fedele e Valiani possono aver inciso fino ad un certo punto. Ma quali sono i veri motivi di questa involuzione? Di sicuro i rapporti non idilliaci tra Sogliano e Stellone potrebbero condizionare il rendimento dei calciatori. Anche in sede di mercato, tra i due ci sono state tante incomprensioni (ad esempio riguardo la mancata riconferma di Rosina e Dezi). Inoltre, il direttore sportivo vorrebbe che ci fosse una maggiore predisposizione di Stellone al cambio di modulo (passando al centrocampo a 3) per sfruttare al meglio le caratteristiche di alcuni calciatori.

E’ proprio in questi momenti che si vede la forza di una società: Giancaspro ha deciso per il ritiro fino alla gara di sabato. Servirà? L’ultima volta (due anni fa con Mangia in panchina) i risultati furono pessimi. Chissà che stavolta le cose non possano andare diversamente. A prescindere dal ritiro, in casa Bari serve tranquillità e unione tra tutte le componenti: ds, allenatore e calciatori. Solo stando uniti si possono raggiungere determinati obiettivi.

Sezione: In Primo Piano / Data: Mer 26 ottobre 2016 alle 20:00
Autore: Mario Caprioli
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