Onorare il campionato sino alla fine e, magari, sperare in un miracolo. E' quanto auspicato da Bruno Bolchi. Quel "Maciste" chiamato nel lontano 1983 dall'allora presidente Vincenzo Matarrese sulla panchina biancorossa e capace di scalare le forche caudine della serie C sino a giungere, in un paio di stagioni, in serie A. Oggi l'ex allenatore dei galletti ha voluto commentare - ai nostri microfoni - il momento attuale del Bari ricordando anche quei traguardi raggiunti in Puglia alla corte della famiglia Matarrese.

Galletti a 6 punti (7 in virtù degli scontri diretti) dalla zona playoff. Il sogno è svanito?

"Non è facile ora che il distacco ha assunto proporzioni consistenti. Il Bari ha comunque fatto un grande recupero in questo girone di ritorno e non deve assolutamente mollare, puntare a vincere le restanti partite anche se tutto questo potrebbe poi non bastare".

Magari come il suo Bari capace di compiere il grande salto dalla C1 sino alla serie A?

"E' passato tanto tempo ma sono ricordi incredibili che conservo ancora. Circa il futuro credo che il Bari abbia gettato basi solide per rivivere quei momenti".

Intanto ai tifosi baresi non resta che ammirare gli exploit di Carpi e Frosinone...

"Il fascino della cadetteria è proprio questo: è un campionato imprevedibile, completamente diverso dalla serie A dove i valori sono resi immutati dal solito gruppetto di squadre (fatta eccezione ad oggi per talune realtà come Milan e Inter in difficoltà). E' evidente che nessuno avrebbe pronosticato a settembre simili risultati ma è il bello del calcio. Da un punto di vista sportivo è la dimostrazione che il lavoro alla fine paga e premia chi merita. Alla base di club come Carpi e Frosinone c'è un'organizzazione societaria ben precisa, seria e solida. Certo c'è anche il rovescio della medaglia se si guarda all'aspetto puramente economico non trovare in A squadre come Bari, Catania o altre piazze con un bacino di utenza nettamente superiore può comportare innumerevoli perdite".

A prescindere dal finale di stagione, lei confermerebbe Nicola sulla panchina del Bari?

"Sicuramente sì. E non per i risultati. Conosco molto bene Nicola, ho avuto il piacere di allenarlo a Genova e poi l'ho portato con me a Terni. Ha sempre avuto grande temperamento, non mi sorprende sia riuscito a tenere in pugno lo spogliatoio del Bari".

Ne è un esempio la vicenda Ebagua...

"Le regole sono alla base di tutto, non solo nel calcio. E Nicola fa bene a pretendere professionalità e rispetto dai suoi ragazzi".

Siamo quasi giunti al completamento del primo anno della presidenza Paparesta. Potrebbe stilare un bilancio?

"Innanzitutto vorrei ricordare e fare un grosso complimento a chi ha guidato la società per tanti anni. Non bisogna dimenticarsi della famiglia Matarrese che, al netto degli ultimi anni di sofferenza, ha dato veramente tanto alla città. Paparesta? Ha fatto abbastanza bene. Sono certo che farà tesoro di questa annata. L'esperienza accumulata nella stagione in corso sarà dunque fondamentale per il prosieguo di questa avventura".

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ESCLUSIVA CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE  TUTTOBARI.COM

Sezione: Esclusive / Data: Lun 04 maggio 2015 alle 20:00
Autore: Fabio Mangini
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