Gli anni passano, ma Bari continua a rimanergli nel cuore. Sarà per l'aria di mare o magari per le diverse gioie assaporate in biancorosso, ma quando ad Alberto Cavasin gli si ricordano i trascorsi in Puglia, la tranquillità iniziale lascia sempre più spazio all'emozione. D'altronde, tre lunghe ed intense stagioni come quelle vissute dal 1983 al 1986 - condite dal doppio salto dalla C1 alla A e da un'esaltante cavalcata in Coppa Italia - non si concellano facilmente.
Tutta un'altra storia, insomma, rispetto al travagliato campionato sin qui condotto dalla squadra allenata da Nicola, domani di scena a Trapani per continuare una disperata rincorsa verso i playoff. Come andrà a finire? L'abbiamo chiesto in esclusiva proprio all'ex perno difensivo di quel Bari targato Bruno Bolchi, ora allenatore in cerca di riscatto dopo le sfortunate esperienze alla guida di Bellinzona e Sampdoria.
Domani si affronteranno al Provinciale Trapani e Bari. I siciliani paiono rigenerati dalla cura Cosmi, mentre i biancorossi vengono dal pareggio casalingo col Crotone...
"Credo che sia una partita aperta a tutti i risultati, per tutti questi motivi. Il Trapani si è davvero rimesso in carreggiata col cambio di allenatore, e aldilà del passo falso nel derby, ha dimostrato di essere temibile. Dall'altra parte c'è invece un Bari altalenante nei risultati, non ha preso con prepotenza quei giusti risultati che servirebbero a rilanciarla per i playoff. Ma possiede una struttura importante ed in Sicilia potrebbe anche vincere. E' una gara aperta tra due squadre con molta voglia di fare, grazie anche ad un gioco offensivo".
Trapani d'altronde lo scorso anno segnò la svolta definitiva per i ragazzi allenati da Alberti. Crede che in caso di risultato positivo possa capitare lo stesso anche al Bari di Nicola? Il calendario nelle ultime giornate potrebbe dare una mano...
"Il calendario sembra molto in discesa, con squadre che ormai potrebbero non avere più nulla da chiedere a questo campionato. Può essere favorevole, ma ci vuole continuità di risultati. Non fosse altro perchè in altre occasioni non si è espresso in tutte le sue capacità ed ha deluso in quelle che erano gare decisive. Può trovare la svolta anche quest'anno e proprio lì, nonostante tutto. E' una squadra a mio giudizio più tecnica rispetto a quella dello scorso anno, e può ancora fare quel pieno di punti necessario per agganciare i playoff".
Veniamo ora ai suoi ricordi legati al Bari. Lei è approdato in biancorosso in uno dei periodi forse più belli della recente storia del Bari. Un doppio salto dalla C1 alla A, una semifinale di Coppa Italia dopo aver eliminato Fiorentina e Juventus...
"Sono stati degli anni stupendi, vissuti in un momento d'oro della mia carriera, insieme ad un gruppo molto forte e con giocatori in crescita come i vari De Trizio, Loseto. Giocatori che poi hanno fatto la Serie A a lungo. Uomini carismatici, con una società solida e potente come quella dell'epoca. Oggi come allora è rimasto il pubblico, la fede dei tifosi. Io ho potuto assaporare, un po' come chi è approdato a Bari in questi ultimi due anni, il grande tifo dei baresi, la loro passione intorno alla squadra. Andammo in A e retrocedemmo, restando però in corsa per la salvezza sino alla fine (retrocessione alla penultima giornata contro l'Avellino, ndr). Lo stadio ricordo ancora come fosse sempre pieno. Era un piacere continuo camminare attraverso le vie della città, e la gente veniva a seguirci in massa anche agli allenamenti. Vivevo la città in tutta la sua totalità. E poi il mare, che paradiso...svegliarsi la mattina era sempre stupendo. Bari meriterebbe di stare stabilmente in A e lottare stabilmente per un posto in Europa League, ha un bacino d'utenza non indifferente".
Cosa ne è, invece, del suo presente da allenatore? Avrà sicuramente voglia di tornare a dimostrare il suo valore dopo le sfortunate esperienze di Genova e Bellinzona...
"Io sono ancora attivo, molto attivo, forse più di prima. Sono un allenatore che si documenta, giro e sono andato all'estero. Mi sento allenatore. Ultimamente sono subentrato spesso, ora invece mi piacerebbe partire dall'inizio. Solo insieme e dal principio si può costruire e quello resterà sempre il mio intento principale. E l'anno prossimo ripartirò. Anche un interesse del Bari mi farebbe piacere..."
A proposito di subentri, come giudica invece quello avvenuto in corso d'opera tra Mangia e Nicola?
"E' una situazione diversa dalla mia. Nicola non ha allenato per 2-3 mesi, e poi ha fatto un mercato. Direi che la mano dell'allenatore in questa squadra c'è, perchè c'è un lavoro dietro. L'obiettivo principale resta quello dei playoff, ma bisogna sempre guardare il lavoro nel suo complesso. Credo sia riuscito a dare un'identità alla squadra".
Pronostico per domani? Pur essendo un ex biancorosso...
"Ci provo (ride, ndr). Al Bari sostanzialmente serve un due, il pareggio terrebbe sì a galla ma allontanerebbe ancora la zona playoff. Pensando alla tradizione, allo scorso anno ed al potenziale delle due squadre dico Bari".
RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ESCLUSIVA CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE TUTTOBARI.COM
ESCLUSIVA - Cavasin: "Il Bari ha un'identità. Quante emozioni al Della Vittoria. I playoff… http://t.co/CGqH5dAT1H
— TuttoBari.com (@TuttoBariCalcio) 17 Aprile 2015
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