Si avvicina la sfida di sabato tra Avellino e Bari. I biancorossi, reduci dall'inaspettato pareggio casalingo col Catania, cercano continuità contro un avversario di valore. Non sarà facile sfidare la formazione biancoverde su un terreno ostico e al cospetto di un pubblico caloroso, ma se si vuole raggiungere quel fatidico salto di qualità occorrerà il miglior galletto della stagione.

La nostra redazione ha così deciso di contattare Fabio Lupo, una vecchia conoscenza del calcio irpino ma soprattutto barese. Era il Bari di Catuzzi e Salvemini. Da giocatore quattro stagioni, dal 1987 al 1991: 81 partite, 3 gol e anche un trofeo, quella Mitropa Cup che tutt'oggi rimane l'unico riconoscimento internazionale conseguito dai galletti. L'ex diesse della Juve Stabia ha descritto ai nostri microfoni il match con l'Avellino, soffermandosi sul momento del Bari.

Quali sono le premesse in vista della sfida al "Partenio"?

"Sarà una partita giocata sulla scia delle motivazioni. Il Bari sta cercando di raggiungere quel traguardo minimo stagionale rappresentato dai playoff. Purtroppo la squadra quest'anno ha peccato di continuità, fondamentale in un torneo lungo e difficile come quello di serie B. Cosa che invece non è mancata alla formazione di Rastelli".

Mancanza di continuità, cosa servirebbe al Bari per diventare grande?

"Il gruppo dispone di grandi potenzialità. Non dimentichiamoci dei numerosi cambiamenti avvenuti nel corso di questa annata, con Nicola in primis che ha preso in corsa questa squadra. Le possibilità ci sono, mancano ancora diverse gare al termine del campionato e i punti in ballo sono tanti".

Chi ha deluso le aspettative tra i giocatori in rosa?

"Preferisco non additare colpe ai singoli. L'organico biancorosso è di ottimo livello. Quando le cose non vanno bene le responsabilità andrebbero equamente divise. L'unico neo è non essere riusciti ad imporsi con una certa regolarità nelle prestazioni. Credo fermamente nel lavoro di squadra, nel collettivo. In serie B non ci sono fuoriclasse che possono spostare gli equilibri di una singola partita".

A proposito di fuoriclasse, come ha vissuto la vicenda Cassano?

"Le dico la verità: non ho mai creduto a questa eventualità. Antonio è tuttora un giocatore troppo importante per la serie A. Anche se è rimasto fermo, penso che la sua scelta sia stata quella più giusta".

Un altro celebre ex ha fatto parlare di sè negli ultimi giorni: Jean Francois Gillet. Cosa ne pensa dell'accoglienza dei tifosi baresi?

"Reputo Gillet un ragazzo intelligente. In linea generale, a proposito dello scandalo scommesse, credo ci siano ancora tante ombre. Come in altri casi (Calciopoli insegna) si è agito individuando alcuni capri espiatori evitando di andare alla radice del male. Non giustifico Gillet, e mi pare che il belga abbia pagato, ma non è stato il solo colpevole".

Angolo dei ricordi: può raccontarci gli anni che lei ha vissuto a Bari?

"Bari mi è rimasta nel cuore: ho vinto un campionato e la Mitropa Cup. Ho ottenuto insieme ai miei compagni quattro salvezze consecutive in serie A, un dato mai raggiunto dal club biancorosso. E poi non posso dimenticare il rapporto speciale con la presidenza Matarrese. Sono stati anni indimenticabili".

Un pronostico su Avellino-Bari...

"Il Bari affronterà un avversario molto duttile. Sarà una sfida ostica visto anche il risultato negativo conseguito a Carpi, gli irpini vorranno rifarsi. Prevedo un match aperto ma non finirà in pareggio".

RIPRODUZIONE (ANCHE PARZIALE) DELL'ESCLUSIVA CONSENTITA PREVIA CITAZIONE DELLA FONTE TUTTOBARI.COM

Sezione: Esclusive / Data: Gio 05 marzo 2015 alle 20:45
Autore: Fabio Mangini
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