La gara di ieri ha emesso un verdetto inequivocabile: il galletto non può prescindere da Daniele Sciaudone, indiscusso leader tecnico e carismatico di questo gruppo. Il primo gol e una prestazione di altro profilo rinverdiscono un legame indissolubile fra Bari e il centrocampista bergamasco. Un rapporto che però nelle ultime settimane ha traballato tanto da essere sul punto di sgretolarsi.

La corte della Serie A, con Sciaudone e la società che tentennano riguardo una cessione in grado di arricchire non poco le casse biancorosse. Un discutibile 4-4-2 che aveva costretto il numero 8 biancorosso a giocare in un ruolo non propriamente suo o a restar fuori per fare spazio a Defendi e Donati. Poi la svolta: Mangia ripiega verso un più saggio 4-3-3, e Sciaudone si riappropria del suo posto al centro del campo. Dopo 90', il Bari batte il Livorno mostrando gioco e idee migliori e rilancia le sue quotazioni nella lotta promozione. Daniele, da protagonista assoluto, si riprende ciò che fondamentalmente è sempre stato suo.

Diventano dieci i gol siglati dal centrocampista nelle sue tre stagioni in biancorosso, ma il suo apporto va ben aldilà delle semplici marcature. Sciaudone è stato la colonna portante del gruppo dei miracoli, il meraviglioso collante fra la squadra e i tifosi. Sarebbe stata innaturale una qualsivoglia abdicazione da quel ruolo. Non sono un caso le sue parole al termine del match contro i labronici: "I nuovi devono capire cos'è la Bari". Lui, invece, lo ha capito da tempo e quella freccia scagliata nel cuore dei supporter biancorossi sancisce un amore che nè moduli nè vicende di mercato potranno mai scalfire.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 21 settembre 2014 alle 15:00
Autore: Francesco Grossi
vedi letture
Print