Una sconfitta che segna il declino di un movimento calcistico, quello italiano, che da oggi in poi dovrà interrogarsi seriamente sul proprio futuro. L'Italia, dopo quasi 60 anni, è fuori dal Mondiale. Non accadeva dal 1958 che la nazionale azzurra non accedesse alla fase finale di una competizione globale. Tanto basta ad intendere l'entità del disastro sportivo maturato questa sera.

Ad andare in Russia saranno dunque gli svedesi di Jan Andersson, a cui è bastata una sola rete (quella messa a segno da Joahnsson nel match d'andata) per mettere in cassaforte la qualificazione. A nulla è valso l'arrembaggio messo in atto dai ragazzi di Ventura oggi nel tempio di San Siro. Cerniere chiuse e valige destinate a tornare stipate negli armadi.

Nell'occhio del ciclone, come spesso accade in queste occasioni, ci è finito proprio il ct, reo di non aver conferito alcuna identità al collettivo azzurro e di aver compiuto, spesso e volentieri, scelte tecnico-tattiche errate. Il suo futuro sulla panchina della nazionale pare dunque quantomai compromesso.

Urge infine una riflessione approfondita, un concreto esame di coscienza volto a capire come e con quali modalità si potrà dare nuova linfa a un calcio che, oggi, ha toccato il fondo. 

Sezione: In Primo Piano / Data: Lun 13 novembre 2017 alle 23:35
Autore: Ivan Barnabà
vedi letture
Print