Il Bari di Camplone fa meglio avanti che dietro. L'impressione è diventata certezza nel rocambolesco anticipo di venerdì, spot per lo spettacolo, meno per le coronarie e i punti di una squadra da due giornate al palo. Forse, comunque, una scossa necessaria. Nell'ambito di un elettrocardiogramma piatto, l'ex tecnico del Perugia sembra aver deciso di scaricare sul malato impulsi forti e netti, rischiando evidentemente qualcosa in più rispetto al suo predecessore, estremista in senso opposto e promotore di un pragmatismo pronunciato.

Nelle ultime tre gare, con Camplone in panchina, il Bari ha segnato cinque reti, subendone sette. Baricentro più alto, dunque, ha fatto per ora rima con qualche imbarcata in più. Isolando i singoli, a brillare da metà gennaio in poi è stata senza dubbio la zanzara De Luca, motore perpetuo e incisivo, brillante esterno di un attacco oggi più propenso a creare pericoli nelle aree di rigore degli avversari.

Meno bene il dirimpettaio di lato opposto, quel Rosina che, appena superate le trentadue primavere, sembra aver ormai lasciato nel bagaglio di una carriera di spessore la velocità d'azione che lo aveva portato alla ribalta dagli anni di Torino in poi. Il Rosina biancorosso è un calciatore più maturo. Meno appariscente e frizzante di un tempo, ragioniere e dispensatore di centellinati tocchi vellutati, a servizio della squadra. Può bastare?

Combatte a Bari con ciclici periodi di digiuno e pareri contrastanti, Maniero. Il gesto polemico con cui ha zittito gli scettici dopo il gol col Crotone è apparso indicativo della rabbia accumulata in questi mesi. Che abbia bisogno di un pizzico di serenità in più? La sensazione è che possa fare meglio, oltre che dal punto di vista tecnico, proprio da quello caratteriale e che l'argomento da cui ripartire debba essere, più che il risentimento, la sana generosità mostrata nello schierarsi come ultimo baluardo, nel momento più terribile per la squadra.

Non hanno ottenuto particolari progressi all'insù rispetto alla precedente gestione tecnica Sansone e Boateng, al pari di Puscas. Tutino, finora in Primavera, resta profilo potenzialmente utile anche per la prima squadra. Il campionato è lungo, e qualche mossa a sorpresa potrebbe presto prender corpo.

Sezione: In Primo Piano / Data: Dom 07 febbraio 2016 alle 15:30
Autore: Davide Giangaspero
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